2014-05-21 13:14:00

Premio Santa Rita a 4 donne, testimoni di fede e perdono


A Cascia, in Umbria, Elisabetta Parmegiani, Mariella Cantamessa, Maria Teresa Caviglia e Anna Maria Brizzi hanno ricevuto il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2014. Il premio, istituito nel 1988 dal comune e dal monastero dedicato alla religiosa agostiniana, viene conferito ogni anno alla vigilia della festa di Santa Rita a donne di ogni età, condizione, nazione, religione che vivono secondo quei valori che hanno contraddistinto l’esistenza di Rita, che hanno dimostrato la forza del perdono o hanno vissuto come una missione l’impegno in difesa della dignità dei diritti e dei doveri dell’uomo.

Ad Elisabetta Parmegiani è stato consegnato il riconoscimento per aver perdonato e pregato per Francesco Tuccia, il ragazzo che, nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012, ha usato violenza sulla figlia Carla, lasciandola in fin di vita, fuori da una discoteca di Pizzoli, in provincia dell’Aquila. “Il perdono è una grazia che riceviamo – ha detto Elisabetta Parmegiani – ci permette di vivere in pace con noi stessi e in armonia con gli altri. Umanamente non siamo portati al perdono. Il Signore ci ha messo le mani sopra”.

Mariella Cantamessa viene premiata per aver perdonato l’uomo che, la notte dell’8 settembre 2013, a Chiuduno (Bergamo), ha investito e ucciso la figlia Eleonora, medico di 44 anni, mentre era intenta a soccorrere sul ciglio della strada un giovane che era stato accoltellato. Dopo la morte della figlia, ha intrapreso un percorso di testimonianza per ricordare il servizio e la carità di cui Eleonora era esempio. “Io e mio marito stiamo facendo partire una fondazione a nome di mia figlia – racconta – a sostegno delle donne che hanno bisogno, donne sole, maltrattate, perché Eleonora ha sempre aiutato tanto le donne”.

Maria Teresa Caviglia riceve il Riconoscimento Internazionale Santa Rita insieme al marito Ruggero Badano. Genitori della Beata Chiara Luce Badano, Maria Teresa e Ruggero (di Sassello, Savona) hanno accompagnato la loro figlia nel doloroso calvario che l’ha vista morire per un tumore osseo, poco prima di compiere 19 anni, nel 1990. “Chiara soffriva molto, ma offriva tutto a Dio e Lui che è buono faceva scendere, anche su noi familiari, la forza – ricorda Maria Teresa Caviglia –. È difficile da spiegare. Era come se con il sacrificio di Chiara, tutti e tre fossimo uniti e predisposti a ricevere questa grazia. Perché Chiara riusciva a vivere l’anormalità della malattia con normalità”.

Infine ad Anna Maria Brizzi di Collestatte, frazione di Terni, per aver affrontato con determinazione, affidandosi al Signore, le prove della vita, viene riconosciuto l’esempio di una storia semplice, come quella di tante altre persone, che è segno di fiducia in Dio di fronte ad ogni avversità. Anna Maria Brizzi, con i suoi figli Michele e Nicola e con l’anziana zia Vincenza, di cui si prende cura, ogni giorno si rimbocca le maniche per affrontare la vita con tenacia, senza il marito, morto per una fibrosi polmonare, e con a carico un figlio autistico.

A consegnare i premi, alle 17.30, nella Basilica di Santa Rita da Cascia, il priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, padre Alejandro Moral, che un’ora prima, alle 16.30, ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica della famiglia agostiniana. Al termine della premiazione, alle 18.30, il tradizionale Transito di Santa Rita ha ricordato il passaggio della taumaturga dalla vita terrena a quella celeste. A presiedere il rito, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo. Alle 21.30, ha concluso la giornata il gemellaggio di fede e di pace con l’arrivo della fiaccola che quest’anno ha unito le città di Cascia e Cariati, in provincia di Cosenza. (A cura di Tiziana Campisi)

 








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