2014-05-26 08:11:00

Padre Lombardi: il Papa mostra la forza reale della fede


Sulla seconda giornata del viaggio del Papa in Terra Santa, a partire dal cuore di questo pellegrinaggio, lo storico incontro al Santo Sepolcro tra Francesco e Bartolomeo, ascoltiamo la riflessione del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono del nostro inviato Roberto Piermarini:

R. - Era un incontro molto atteso, molto desiderato da tutti e due. Un incontro che risale, come intenzione e come origine, ai primi giorni di questo pontificato, al primo incontro fra questo Papa e il Patriarca Bartolomeo, quando Bartolomeo venne, proprio per partecipare – anche quella era una prima assoluta – all’inaugurazione del pontificato di Papa Francesco. Allora, gli propose di venire insieme in Terra Santa, per celebrare questo anniversario così  importante. Mi pare che tutti e due lo abbiano vissuto con la piena consapevolezza di quello che questo può essere sul cammino dell’ecumenismo, invitando con cordialità anche le altre confessioni a partecipare. E questa è stata una grande novità, una bella novità. Il Papa ha rimesso sul tavolo, direi, se così si può dire, la sua disponibilità, sulla traccia di quello che già avevano fatto i suoi predecessori, a una riflessione profonda sul servizio del vescovo di Roma come servizio per tutti i cristiani, per l’amore e la comunione fra tutti i cristiani, come può essere pensato, come può essere ripensato oggi, in modo – egli ha detto - anche nuovo. E questa è un’offerta di grande coraggio e di grande generosità ma è così che l’ecumenismo può andare avanti. E attingere la forza, la gioia, l’ispirazione per l’ecumenismo, proprio andando a pregare insieme, nel sepolcro di Cristo Risorto, è qualcosa di molto importante.

D. – Ci sono state reazioni all’invito che il Papa ha fatto ai due presidenti a pregare per la pace, in quella che ha chiamato “la casa in Vaticano”?

R. - Mi pare che le reazioni siano state tante, che sia stata considerata un po’ una delle grandi notizie di questa giornata ed effettivamente un’offerta originale, coraggiosa, da parte del Papa. Se l’ha fatta, evidentemente, aveva la consapevolezza che poteva essere accolta. Credo che è bello che il Papa fa l’offerta che è di sua competenza. Il Papa è un uomo religioso, è un leader religioso e morale: che cosa propone lui per fare la pace? Non una trattativa diplomatica particolare - anche se dice che ce n’è bisogno naturalmente, ma non è la sua competenza -, non un rafforzamento degli eserciti, ma propone un mettersi davanti a Dio, chiedere a Dio l’aiuto per fare qualche cosa che noi non siamo finora riusciti a fare e che quindi deve venire anche dall’aiuto di qualcun altro. E per convertirci noi stessi, per toccare, modificare i nostri cuori, in modo tale, da renderli più capaci di incontro, di dialogo, di accettazione dell’altro: uscire da noi stessi per potere andare sulle vie nuove della pace. Il Papa ha fatto questa offerta che è la sua competenza. E’ bello che un’offerta di questo genere appaia realistica, proprio in un contesto in cui la pace sembra da tanto tempo così difficile, per non dire impossibile alle forze umane. E che quindi si accolga con emozione, con interesse, direi con gratitudine, il gesto di coraggio di un Papa che invita a pregare per la pace i rappresentanti di popoli che finora non sono riusciti ad accordarsi nella pace e che la gente sia contenta di questo e trovi che sia una cosa positiva, è un bel segno che la forza spirituale in questo mondo è qualche cosa di profondamente reale, profondamente presente e speriamo di prontamente efficace per far cambiare le cose.

D . – Una conferma anche che la pace non viene agli uomini ma da Dio, è un dono di Dio…

R. – Certamente, questa è la premessa. Noi ne siamo convinti. E questo è bello, il Papa Francesco lo ha detto anche riferendosi a Giovani XXIII, in occasione della canonizzazione. Giovanni XXIII, nel mettere in cammino il Concilio, ha avuto il coraggio di credere che le cose impossibili, che sembravano impossibili, diventassero possibili, con la grazia di Dio. Questa è una cosa che Papa Francesco pensa molto spesso e molto profondamente, ci crede per davvero. Allora, se la pace ci sembra impossibile, tanto più dobbiamo pregare Dio per farla diventare possibile con il suo aiuto.

D. – Possiamo fare previsioni sulla data di questo incontro?

R. – Noi tutti speriamo che non si faccia attendere troppo però a me sembra ancora prematuro dire che ci sia una data. Io lascio che le persone invitate dicano al Papa: ‘Sono disponibile’, glielo dicano formalmente e chiaramente gli dicano anche le date che vanno loro bene in modo tale che poi noi possiamo dire che questa cosa avverrà e ci prepariamo tutti spiritualmente per una certa data.

D. – Lei aveva detto prima del viaggio: sarà un viaggio breve e intenso. Il Papa è stanco?

R. – Come tutte le persone che sono impegnate con grande fede e che vede che questa fede opera, incontra, suscita gioia e impegna nel cuore degli altri, è aiutato a portare la fatica. Certamente non possiamo dire che il Papa non stia faticando in questi giorni, sta facendo un impegno incredibile, assolutamente, anche fisico: lo abbiamo visto inginocchiarsi più volte negli atti di devozione al Santo Sepolcro. Però, ha un’energia che ci sembra inesauribile. La attinge da qualche parte, la attinge certamente alla grande fede e alla grazia di Dio che lo sta aiutando a svolgere questo ministero.








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