2014-06-04 14:45:00

Fondazione Migrantes: gli italiani in Cina sono 10 mila


La Cina diventa Pese di emigrazione e attrae anche molti italiani. E’quanto risulta da un’analisi realizzata dalla Fondazione Migrantes e pubblicata nel libro “Sulle orme di Marco Polo. Italiani in Cina”, scritto da Giovanna Di Vincenzo, Francesca Staiano e Fabio Marcelli. Ce ne parla Elvira Ragosta:

Sono circa 10 mila gli italiani oggi in Cina. Complice la crisi economica e la richiesta di know how qualificato, giovani, per lo più laureati, emigrano verso est, alla ricerca di un futuro diverso. Il libro “Sulle orme di Marco Polo” è il risultato di un progetto della Fondazione Migrantes sull’analisi della migrazione verso la Cina. Provenienti per lo più dal Nord, gli italiani si dirigono nella zona sudorientale del Paese. Giovanna Di Vincenzo, coautrice del volume:

R. – Sono sempre di più i giovani in cerca di opportunità, che hanno studiato economia o lingua cinese, che vanno in Cina per sfruttare, per cavalcare l’onda dello sviluppo economico cinese. Si tratta anche di una scelta culturale, di una scelta di approfondimento sociale.

D. – Quanti di questi italiani restano e quanto è difficile per loro restare in Cina?

R. – E’ sempre più difficile riuscire a rimanere in Cina.

E sulle relazioni culturali e religiose tra Italia e Cina abbiamo ascoltato mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes:

"Questo grande Paese si candida ad essere dal 2025 – come ha scritto anche l’Agenzia Fides – il più grande Paese cristiano del mondo, con oltre 165 milioni di persone di fede cristiana. Questo ci porta a leggere anche questi Paesi dell’Asia, nello specifico della Cina, come Paesi che possono essere una grande risorsa di evangelizzazione e, al tempo stesso, Paesi in cui si sperimenta quel dialogo interreligioso ed ecumenico che è certamente uno degli aspetti che anche Papa Francesco, in questi primi momenti del suo Pontificato, ci segnala essere un elemento importante di questo andare cristiano".

Ma quali sono i motivi per cui la Cina si è trasformata da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione? Lo abbiamo chiesto ad Antonella Ceccagno, docente di letteratura cinese all’Università di Bologna

"Nel breve e medio periodo, la Cina sta passando da un Paese a un’economia soprattutto rurale a un Paese ad economia soprattutto urbana, con un accento sui servizi. E questo, di fatto, attira immigrati e attira anche talenti. Ci sono poi ragioni che porteranno la Cina a diventare un Paese d’immigrazione anche sul lungo periodo: la riserva illimitata di migranti dalle aree rurali e dalla Cina occidentale non sarà più così limitata negli anni a venire e quindi ci sarà bisogno d’immigrati che possano contribuire ulteriormente allo sviluppo dell’economia cinese. Un altro elemento è il rischio dello sbilanciamento tra i maschi e le femmine nella società cinese, dovuto alla prassi diffusa negli ultimi decenni di selezione dei bambini alla nascita, privilegiando i maschi sulle femmine".








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