2014-06-11 12:02:00

Papa: mercanti di armi e di schiavi risponderanno a Dio


Il "timore di Dio" è l’ultimo dei sette doni dello Spirito Santo, a cui il Papa ha dedicato oggi la catechesi dell’udienza generale. In un’assolata piazza San Pietro, davanti a decine di migliaia di fedeli, Francesco ha spiegato che essere pervasi dal timore di Dio non è avere paura di Lui, bensì è sentirsi come "bambini nelle braccia del nostro papà", che ci conquista col suo amore e ci guida. Ma è anche un “allarme” innanzi alla pertinacia del peccato. Da qui dure parole sui fabbricanti di armi e gli sfruttatori di esseri umani. Il servizio di Gabriella Ceraso:

Il caldo di questi giorni a Roma non dà tregua e il pensiero affettuoso del Papa va a chi più può soffrirne. Per questo il saluto di Francesco prima di attraversare la Piazza in festa, è ai malati raccolti nell’Aula Paolo VI. ”Da qui tranquilli potete seguire tutto senza soffrire questo sole ” dice loro, prima di recitare insieme un’Ave Maria. Poi dal sagrato la catechesi. “Dio è Padre  che ci ama, vuole la nostra salvezza e sempre perdona”, dunque non c’è motivo di avere paura di Lui. Il timore di Dio invece, spiega Francesco, è il sentirsi piccoli, “come bambini nelle braccia del nostro papà”, docili e certi che tutto viene dalla grazia:

"Aprire il cuore perché la bontà e la misericordia di Dio vengano a noi. Questo fa lo Spirito Santo con il dono del timore di Dio: apre i cuori. Cuore aperto affinché il perdono, la misericordia, la bontà, le carezze del Padre vengano a noi. Perché noi siamo figli infinitamente amati"

Il timore di Dio fa di noi quindi "cristiani convinti, entusiasti, conquistati da questo amore" non " sottomessi al Signore per paura", ma, “stiamo attenti”, prosegue il Papa mutando il tono della voce, questo dono dello Spirito è anche un “allarme di fronte alla pertinacia del peccato”:

"Quando una persona vive nel male, quando bestemmia contro Dio, quando sfrutta gli altri, quando li tiranneggia, quando vive soltanto per i soldi, per la vanità o il potere o l’orgoglio, allora il santo timore di Dio ci mette in allerta: attenzione! Con tutto questo potere, con tutti questi soldi, con tutto il tuo orgoglio, con tutta la tua vanità, non sarai felice. Nessuno può portare con sé dall’altra parte né i soldi, né il potere, né la vanità, né l’orgoglio. Niente!"

“Possiamo soltanto portare”, aggiunge,  “l’amore che Dio Padre ci dà”:

“Le carezze di Dio accettate e ricevute da noi con amore. E possiamo portare quello che abbiamo fatto per gli altri “

E qui, le insidie del peccato si vengono esemplificando sempre più nelle parole del Papa e mutano in un dialogo con la piazza:

"Voi pensate che una persona corrotta sarà felice, dall’altra parte? No! Tutto il frutto della sua corruzione ha corrotto il suo cuore e sarà difficile andare dal Signore. Penso a coloro che vivono della tratta di persone e del lavoro schiavo: voi pensate che questa gente che tratta le persone, che sfrutta le persione con il lavoro schiavo, ha nel cuore l’amore di Dio? No, non hanno timore di Dio e non sono felici. Non lo sono"

Senza timore di Dio, conclude il Pontefice, è anche chi fabbrica armi “per fomentare guerre”. Per loro e per tutti l’invocazione finale:

“Ma pensate, che mestiere è questo! Ma, io sono sicuro che se io faccio adesso la domanda: quanti di voi siete fabbricatori di armi? Nessuno, nessuno. Questi fabbricatori di armi non vengono a sentire la Parola di Dio! Questi fabbricano la morte, sono mercanti di morte e fanno mercanzia di morte. Che il timore di Dio faccia loro comprendere che un giorno tutto finisce e che dovranno rendere conto a Dio”.








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