2014-06-13 08:37:00

Card. Nichols: mai più violenze sessuali nei conflitti


Sta prendendo corpo a Londra, nel corso del summit sulla violenza sessuale nelle zone di guerra, “la volontà internazionale di dire no a questo orribile crimine, ancora considerato, in alcuni paesi, un dovere per i soldati durante un conflitto”. Lo ha ribadito il primate cattolico di Inghilterra e Galles, cardinale Vincent Nichols, intervenuto ad una tavola rotonda - all’interno del summit - insieme a Sheikh Abdallah Bin Bayyah (esperto di diritto islamico), Bernard Ntahoturi (arcivescovo della Chiesa anglicana del Burundi), Solange Mukamana (organizzazione “Tearfund” per il Sud Africa) e Luiz Loures (vicedirettore di Unaids, il programma delle Nazioni Unite per combattere Hiv e Aids).

Citando una frase di Papa Francesco, il primate - riferisce l'agenzia Sir - ha detto che la violenza sessuale “è una ferita profonda nel corpo dell’umanità” e che il fatto che sia antica quanto gli uomini è motivo di “vergogna continua”. Secondo il cardinale l’incontro, che da martedì scorso riunisce al centro Excel di Londra rappresentanti di 123 Paesi, è il primo vero successo nella lotta contro le violenze sessuali durante i conflitti perché si sta cominciando a dire “basta, non deve succedere più”, mettendo a punto strumenti giuridici internazionali che serviranno a perseguire i colpevoli e a punirli, cambiando quella mentalità sbagliata che, fino ad oggi, ha scaricato lo stigma della vergogna per la violenza subita sulle vittime. 

“M’impegno a lavorare con voi per ottenere questi obbiettivi”, ha aggiunto Nichols congratulandosi con il ministro degli esteri britannico, William Hague, e con l’attrice americana Angelina Jolie, organizzatori del summit di Londra, per il successo che sta avendo questa iniziativa, nata dopo due anni di campagna internazionale di sensibilizzazione. L’arcivescovo di Westminster ha quindi citato le statistiche, presentate a Londra, che rivelano un “incredibile e scioccante” aumento delle violenze sessuali, in diverse parti del mondo coinvolte dalla guerra, e ha detto che “il danno arrecato alla dignità umana di moltissime vittime è così radicale e così permanente” che non esistono parole in grado di comunicarlo.

Occorre, per eliminare questo vergognoso delitto, “una nuova mentalità, radicata in una moralità che non consideri la guerra una scusa per abbandonare i principi etici”. “Le misure legali proposte da questo convegno per perseguire i criminali di guerra sono radicate in principi di moralità e giustizia difesi anche dalla Chiesa cattolica”, ha concluso, ricordando che “il comportamento sessuale è spesso la cartina di tornasole del rispetto e dell’onore riservato alle donne”. (R.P.)








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