La Corte penale internazionale ha deciso di processare l’ex presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, per crimini contro l’umanità. Tra il dicembre 2010 e l’aprile 2011, il suo rifiuto ad ammettere i risultati delle elezioni trascinò il Paese in un clima di scontri che causò circa 3.000 vittime. Come è stata accolta la notizia nella Costa d’Avorio che si prepara alle presidenziali del prossimo anno? Gianmichele Laino lo ha chiesto a don Flavio Zanetti, parroco di San Giovanni Evangelista a Morofé, quartiere settentrionale di Yamoussoukro:
R. – Senza entrare nel merito della decisione, ci sono alcuni che ritengono che finalmente giustizia sarà fatta. Altri invece ritengono che questa è solo la giustizia dei vincitori. In generale, le opinioni non sono condivise.
D. – Quindi, non è stata ancora superata la divisione interna al Paese?
R. – La divisione interna non è completamente risolta. Per questo è in corso un processo di riconciliazione, che non è per nulla semplice perché le divisioni non sono solo tra le due fazioni. Ci sono varie ragioni di insoddisfazioni, però tutti i problemi non sono superati anche se il desiderio di pace è molto ardente per tutti.
D. – Da un punto di vista religioso, a che punto è la convivenza tra cristiani e musulmani?
R. – In generale, qui non ci sono problemi di convivenza, abbiamo anche buone collaborazioni in diversi posti. C’è collaborazione nelle nostre comunità di base: quando c’è il Ramadan, danno lo zucchero ai musulmani per sostenerli nella loro azione. Ci sono gesti solidali. Noi non viviamo un rapporto conflittuale tra musulmani e cristiani.
D. – In che direzione sta andando la Costa D’Avorio, quali sono le sue prospettive economiche?
R. – E’ un fatto che molti grossi cantieri e grosse opere siano aperti: è diventato un Paese dove diversi cominciano a investire anche se con un certo timore perché – nonostante il governo faccia di tutto per rassicurare gli investitori – sono ancora un po’ inquieti. Comunque, consideriamo il fatto che c’è una certa ripresa economica, anche se non si sente ancora negli strati più bassi della popolazione.
D. – Proprio questa differenza tra centro e periferia può essere un problema sociale per la Costa D’Avorio?
R. – Più che centro e periferia, il problema è al momento tra ricchi e poveri. I soldi girano, ma non è detto che girino nelle tasche di tutti.
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