Una proposta di protocollo internazionale mirato a porre fine all’impunità per le violenze sessuali nei conflitti è stato presentato alla Conferenza in corso a Londra su questo tema. L’incontro di quattro giorni è stato ospitato dal ministro degli esteri britannico, William Hague, e dall’inviata speciale delle Nazioni Unite, Angelina Jolie. Il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, ha partecipato al summit assieme a molti rappresentanti di diverse confessioni ecclesiali e fedi. Al microfono di Susy Hodges, il presule rilancia la necessità di una tolleranza zero verso quello che definisce un “orribile crimine”:
R. – The effort is necessary because I think that everybody knows the extent –
the horrendous extent …
Lo sforzo è necessario perché credo che tutti conoscano
l’ampiezza – l’orribile ampiezza – delle violenze sessuali nelle guerre e nei conflitti.
Quello che è molto evidente è che ci sono pochissime azioni giudiziarie in seguito
a questi crimini. Uno degli scopi principali di questa Conferenza è il tentativo di
trovare un accordo riguardo a un procedimento legale appropriato, che inizi con la
raccolta delle prove finalizzata a un’azione giudiziaria contro coloro che abbiano
perpetrato questi orribili crimini di violenza sessuale, sotto la copertura di una
guerra o di un conflitto.
D. – Lei ha duramente condannato quella che ha definito l’“accettazione culturale” de facto che avviene in molti luoghi di questo crimine. Questo è uno degli aspetti più difficili nella lotta a questo fenomeno e al tentativo di porgli fine…
R. – Well, I think that’s right. And the two key
moral principles that I see work here…
Credo di sì. E i due principi morali chiave, che io
vedo all’opera qui, riguardano – uno – la condotta stessa del conflitto, nel senso
di valutare se siano legittimi o meno. Secondo, la grande importanza riguardo agli
standard e ai principi relativi ai comportamenti sessuali. Credo che la cosa più importante
sia cercare di comprendere ed è quello che cerchiamo di far arrivare alla gente –
e questo i tribunali di guerra l’hanno sempre fatto – e cioè che nessun conflitto
può mai essere una giustificazione per compiere azioni illegali. Penso che questa
sia una cosa che facilmente si perde di vista, soprattutto quando un conflitto si
perpetua e quando comprende sentimenti locali molto, molto profondi o sentimenti nazionalistici.
E’ facile dire: “Bè, è sempre una questione di guerra…”. Però, la guerra non giustifica
il crimine. E la seconda cosa è che sempre la sessualità si intreccia in un complesso
equilibrio di potere fra le persone.
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