2014-06-19 14:55:00

Cassano all'Jonio aspetta Papa Francesco: "Viene a darci manforte"


Manca un giorno e mezzo all’arrivo di Papa Francesco a Cassano all’Jonio, ma già la cittadina calabrese si è vestita a festa. Strade e piazze sono già imbandierate, manifesti danno il benvenuto al Papa. Una visita attesa da mesi e carica di aspettative, come racconta al microfono della nostra inviata, Fausta Speranza, il vicario generale della diocesi, mons. Francesco Di Chiara:

R. – Già il fatto che venga il Santo Padre penso sia una lezione alla politica che considera le nostre terre periferie. Noi abbiamo una ferrovia ionica, per esempio, che ha svolto negli anni passati un ruolo molto importante di comunicazione per tutta la zona ionica e che – sentivo proprio in questi ultimi giorni – viene lentamente sempre più impoverita e smantellata… Io penso che sia una lezione che il Santo Padre dà alla politica, alla società, perché non ci sia “roba da scarto”, secondo quella cultura dello scarto di cui parla il Santo Padre. E questo vale per noi, ma anche per le nazioni affinché non ci siano zone considerate di scarto e che ogni uomo possa vivere nella dignità la sua vita. Noi ci aspettiamo che davvero il Santo Padre smuova le acque, perché quando le acque sono troppo quiete non va bene.

D. – Mons. Galantino, il vostro vescovo, ha voluto che le spese fossero a carico della diocesi e non ha voluto che ci fossero, diciamo, degli sponsor esterni…

R. – Quando mons. Galantino ce lo ha proposto, tutti noi sacerdoti siamo stati veramente felicissimi. Certo, la nostra gente è gente non benestante e con tanti problemi economici, ma noi attendiamo l’“obolo della vedova”. In tutte le parrocchie abbiamo organizzato delle collette durante la Messa della domenica, ed è stato chiesto al popolo chi desiderasse dare un suo contributo, una sua offerta… Noi stiamo vedendo veramente una grande generosità! Questo fatto di non volere sponsor o sostegni dalla politica era proprio per mostrare la nostra libertà di Chiesa. Per noi questa è una gioia! Vedo che questo aiuta molto, aiuta molto il nostro popolo a maturare, perché una delle piaghe del nostro popolo è quella di fare sempre riferimento agli altri, di aspettare che tutto arrivi dagli altri… Ci rimbocchiamo poco le maniche… E questa è invece una assunzione di responsabilità cui il vescovo ci ha chiamato e di questo siamo stati felici noi e il nostro popolo. I problemi non mancano e quello che io vedo come il più grave è sicuramente quello della disoccupazione giovanile: l’impegno e l’iniziativa privata è quasi nulla. Oltre ovviamente alle difficoltà della mafia... Ma la Calabria è una terra dove c’è tantissima gente onesta, che lavora, che suda….

 

Una visita alla Casa circondariale di Castrovillari, una agli ammalati dell’Hospice “San Giuseppe Moscati”, agli anziani ospiti della “Casa Serena” di Cassano all’Jonio. Nell’arco di giornata fitta di appuntamenti, Papa Francesco entrerà a contatto con alcune delle realtà socialmente più delicate e complesse dell’area. È quanto accadrà anche al pranzo, che il Papa condividerà con alcuni poveri ospitati dalla Caritas diocesana locale. Il nostro inviato, Federico Piana, he ha intervistato il direttore, Raffaele Vidiri:

R. – Abbiamo organizzato prendendo spunto proprio da una sua frase scritta nella lettera inviataci il 18 dicembre, nella quale ci chiedeva scusa perché aveva nominato il nostro vescovo segretario generale: quella frase l’abbiamo portata in giro nella diocesi organizzando tre momenti di festa, di gioia e di preghiera nelle piazze, ai crocicchi delle strade e nelle periferie per far passare questo messaggio e cioè chiedere scusa – come il nostro vescovo ha ripreso – ai poveri, ai non credenti, agli ammalati… Molti giovani hanno partecipato e sono stati momenti sì gioiosi, ma anche di preghiera di tutto il popolo.

D. – Il Papa e l’incontro con i poveri, il pranzare con i poveri, stare vicino a loro in un momento della visita, che forse è il più alto: che senso ha per voi tutto questo?

R. – Per noi, è un gesto di grande vicinanza alla persona nella sua interezza. Naturalmente, sono momenti anche emozionanti per chi già sa che dovrà pranzare con il Papa.

D. - Possiamo raccontare che situazione c’è a livello di povertà, a livello di attenzione, che voi date ai poveri lì, a Cassano all’Jonio?

R – Sia a Cassano che nella nostra diocesi abbiamo avviato diversi progetti di attenzione a queste persone: una mensa per i poveri ad Altomonte, un centro per minori a Cassano e Castrovillari. Ultimamente, anche molte parrocchie si sono attivate, spinte anche dal vescovo e dalla Caritas diocesana, con progetti rivolti ad anziani, disabili, giovani, emarginanti e immigrati. Naturalmente, le povertà che da un paio d’anni stanno emergendo di più sono quelle legate alla mancanza del lavoro e alla difficoltà di accesso al credito per alcune famiglie che, trovandosi in difficoltà, non riescono nemmeno ad avere quei 2-3 mila euro per poter tamponare alcune spese impreviste o debiti contratti precedentemente. In programma abbiamo anche l’attivazione del microcredito, per poter dare risposta proprio a questa problematica. Riguardo, invece, alla problematica del lavoro siamo cercando di attivare sia delle borse lavoro di tre mesi per persone in difficoltà, per dare loro la possibilità di reinserirsi o poter apprendere un mestiere, sia l’utilizzo anche dei voucher per lavori sia nelle parrocchie che nelle strutture della diocesi. Non ultimo, abbiamo anche attuato un corso di giardinaggio, al quale hanno partecipato 10 persone, proprio per poter apprendere un mestiere e per far capire loro che ci sono molte possibilità e che le persone giovani hanno anche delle capacità che non sono forse sviluppate.

D. – Giovani che, tante volte, preferiscono magari abbandonare la propria terra per cercare fortuna altrove…

R. – Sì, questa problematica ancora persiste: chi decide di studiare fuori dalla propria terra e spesso – molto spesso – un’alta percentuale non rientra pur avendo qui diverse risorse da poter sfruttare.








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