2014-06-21 13:57:00

Il Papa in Calabria, parla un parroco: orgoglioso di essere prete qui


"Padre Lazzaro era una persona riservata, non amava fare chiacchiere, ma ascoltare e dare risponde concrete. Era molto attento alle esigenze di questo territorio e le conosceva bene. Conosceva bene la sua comunità e le storie dei suoi parrocchiani". Così, don Francesco Failace, parroco di S. Giuseppe a Sibari, descrive il suo predecessore don Lazzaro Longobardi, ucciso a colpi di spranga il 3 marzo scorso a Cassano all'Jonio. Nel giorno della visita pastorale di Papa Francesco nella diocesi calabrese, il parroco racconta cosa significa essere un prete in un territorio difficile, afflitto dalla povertà e dalla criminalità organizzata. 

"La nostra realtà è caratterizzata da visite occasionali, o più o meno fisse, di persone extra-comunitarie e non che vengono a chiedere aiuto. A volte, pretendono anche risposte immediate che purtroppo non si possono dare, perché c'è bisogno di più tempo". "In questo caso, quello del tragico omicidio di don Lazzaro, l'amore e l'attenzione che lui aveva avuto per una di queste persone è stato scambiato per buonismo stupido", spiega don Francesco. "Così, quando chi pretendeva un aiuto immediato non l'ha avuto, ha reagito in modo impensabile, con la violenza". 

Il territorio della diocesi di Cassano all'Jonio è stato teatro nel gennaio scorso di un altro tragico fatto di sangue, un agguato mafioso, in cui perse la vita un bimbo di 3 anni, il piccolo Cocò. Il Papa ha incontrato i suoi parenti nel carcere di Castrovillari e ha pregato perché non ci siano mai più bimbi vittime della 'Ndrangheta. "Nonostante ciò, spiega il sacerdote calabrese, fare il parroco qui è un orgoglio e mi dà tanta gioia. Qui, infatti, ci sono tante capacità e potenzialità. E' una terra bella, fertile e i fatti di sangue che sono accaduti in questi mesi non debbono e non possono annullare le espressioni più belle di questa gente e di questo territorio. Questo è il senso della visita di Papa Francesco, giunto qui per darci una speranza nuova e un incoraggiamento". 

"Qui - conclude don Francesco - quello che fa paura davvero non è la criminalità, ma l'indifferenza". Infine il tema dei giovani, il futuro di questa terra. "A noi - spiega il parroco di S. Giuseppe - il compito di educarli alle responsabilità, al rispetto della lealtà e dell'onestà. Ma agli organi competenti spetta quello di costruire qualcosa per loro, perché ne hanno bisogno. Quale gioia più grande di quella di vedere un territorio che dà opportunità ai suoi giovani e non li fa scappare via".

(a cura di Fabio Colagrande e Federico Piana, inviato a Cassano all'Jonio)   








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