2014-06-21 16:45:00

L'omelia di Francesco alla Messa nella Piana di Sibari


La ’ndrangheta è “adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato. Bisogna dirgli di no!”. Con questa esclamazione, pronunciata nella Messa presieduta nella Piana di Sibari e salutata da una salva di applausi, Papa Francesco ha preso ancora una volta posizione contro la malavita organizzata.

Papa Francesco ha pronunciato l’omelia della Messa del Corpus Domini davanti a circa 250 mila persone, a conclusione della sua giornata trascorsa in Calabria, iniziata a Castrovillari e proseguita a Cassano all’Jonio.

“Quella di oggi – ha detto Papa Francesco – è la festa in cui la Chiesa loda il Signore per il dono dell’Eucaristia. Mentre il Giovedì Santo facciamo memoria della sua istituzione nell’Ultima Cena, oggi – ha osservato – predomina il rendimento di grazie e l’adorazione. E infatti è tradizionale in questo giorno la processione con il Santissimo Sacramento. Adorare Gesù Eucaristia e camminare con Lui. Questi sono i due aspetti inseparabili della festa odierna, due aspetti che danno l’impronta a tutta la vita del popolo cristiano: un popolo che adora Dio e un popolo che cammina, che non sta fermo, cammina!”.

“Ma quando “all’adorazione del Signore – ha proseguito il Papa – si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione. Quando non si adora Dio, il Signore, si diventa adoratori del male come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. La vostra terra, tanto bella – ha affermato – conosce i segni e le conseguenze di questo peccato! La ’ndrangheta è questo! Adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato. Bisogna dirgli di no!”.

Quindi, Papa Francesco ha chiamato in causa la Chiesa locale, “che so – ha detto – tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre di più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi, ce lo domando i nostri giovani bisognosi di speranza, per poter rispondere a queste esigenze la fede ci può aiutare. Coloro che, nella loro vita hanno questa strada di male, come sono i mafiosi non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!”.

“Oggi – ha insistito il Papa – lo confessiamo con lo sguardo rivolto al Corpus Domini, al Sacramento dell’altare. E per questa fede, noi rinunciamo a satana e a tutte le sue seduzioni; rinunciamo agli idoli del denaro, della vanità, dell’orgoglio, del potere, della violenza. Noi cristiani non vogliamo adorare niente e nessuno in questo mondo se non Gesù Cristo, che è presente nella santa Eucaristia. Forse non sempre ci rendiamo conto fino in fondo di ciò che significa questo, di quali conseguenze ha, o dovrebbe avere questa nostra professione di fede”.

Bisogna “adorare e camminare”, ha ripetuto Papa Francesco: “Adorare Dio nell’Eucaristia, camminare con Dio nella carità fraterna”. Quindi, ha espresso “sostegno” al vescovo, mons. Nunzio Galantino, al clero locale e a tutti i vescovi e i fedeli della Chiesa in Calabria, “impegnata coraggiosamente – ha sottolineato – nell’evangelizzazione e nel favorire stili di vita e iniziative che pongano al centro le necessità dei poveri e degli ultimi”. Alle autorità civili l’invito di Papa Francesco a “vivere l’impegno politico e amministrativo per quello che è, un servizio al bene comune”.

Altri applausi hanno accompagnato il passaggio dell’omelia in cui il Papa ha incoraggiato a testimoniare la “solidarietà concreta con i fratelli, specialmente quelli che hanno più bisogno di giustizia, di speranza, di tenerezza. La tenerezza di Gesù, la tenerezza eucaristica: quell’amore tanto delicato, tanto fraterno, tanto puro”.

Papa Francesco a ringraziato Dio anche per i “tanti segni di speranza nelle vostre famiglie, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti ecclesiali”, uno dei quali, ha citato, “è il Progetto Policoro, per i giovani che vogliono mettersi in gioco e creare possibilità lavorative per sé e per gli altri. Voi, cari giovani – ha esclamato con un leit-motiv ormai conosciutissimo – non lasciatevi rubare la speranza! Lo ho detto tante volte e lo ripeto una volta in più: “Non lasciatevi rubare la speranza!. Adorando Gesù nei vostri cuori e rimanendo uniti a Lui saprete opporvi al male, alle ingiustizie, alla violenza con la forza del bene, del vero e del bello”.

E poi un’assicurazione, che nasce dalla fede: “Se adorerete Cristo e camminerete dietro a Lui e con Lui – ha asserito il Papa – la vostra Chiesa diocesana e le vostre parrocchie cresceranno nella fede e nella carità, nella gioia di evangelizzare. Sarete una Chiesa nella quale padri, madri, sacerdoti, religiosi, catechisti, bambini, anziani, giovani camminano l’uno accanto all’altro, si sostengono, si aiutano, si amano come fratelli, specialmente nei momenti di difficoltà”.








All the contents on this site are copyrighted ©.