2014-06-25 13:56:00

Fine vita. Corte Ue diritti: no a sentenza francese su caso Lambert


In Francia, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha chiesto di mantenere in vita Vincent Lambert, l'uomo in stato vegetativo dal 2008 per il quale ieri il Consiglio di Stato francese aveva stabilito invece, su richiesta della moglie, l'interruzione dell’alimentazione e idratazione artificiali. Una decisione che ripropone il delicato dibattito sul fine vita, come commenta, al microfono di Jean-Baptiste Cocagne, il segretario generale della Commissione etica e politica della Diocesi di Versailles, padre Pierre-Hervé Grosjean:

R. – C’est une décision très grave qui a été prise pour la première fois…
Questa decisione che per la prima volta dopo molto tempo è stata presa in Francia è una decisione molto grave: la legge ha dunque stabilito la morte di un uomo. Bisogna infatti essere onesti e se non altro rispettare la verità delle parole: dietro alla sospensione delle cure c’è la decisione della morte, della morte per fame, di un uomo. E’ una decisione molto grave, considerando che in Francia ci sono 1.500 pazienti nella stessa situazione di Vincent Lambert, e la decisione del Consiglio di Stato avrà un grande peso sul loro futuro. Inoltre, questa decisione ripropone la questione del fine vita, perché bisogna ricordare che Vincent Lambert potrebbe continuare a vivere: respira da solo, solo che essendo tetraplegico, essendo in una condizione in cui ha bisogno di aiuto, non riesce a idratarsi né ad alimentarsi da solo. Il fatto di alimentare e idratare una persona gravemente disabile che non sia in fin di vita può essere allora considerato un “trattamento abusivo”, sproporzionato o semplicemente un’assistenza dovuta ad ogni persona? Il Consiglio di Stato ha tagliato corto, affermando che si trattava di “accanimento terapeutico” e di un “trattamento sproporzionato”. E’ sicuramente un caso doloroso, delicato, complicato… Immagino che i giudici abbiano preso la loro decisione secondo coscienza e non con leggerezza, ma io credo che questa decisione sia molto, molto grave. Perché non è niente di meno che la decisione sulla morte di un uomo.

D. – Esiste il rischio per la giurisprudenza, considerando che il Consiglio di Stato è la più alta istanza legislativa in Francia?

R. – Bien sûr. Et certaines associations de malades l’ont exprimé…
Certamente. E alcune associazioni di malati hanno espresso le loro perplessità per il rischio che questo giudizio possa fare giurisprudenza. Trovo che in tutto questo ci sia qualcosa di sconvolgente, addirittura per ciascuno di noi: e cioè che una legge umana possa decidere se la vita di un uomo valga la pena di essere vissuta.

D. – Il Consiglio di Stato parla di “ostinazione irragionevole a mantenere in vita Vincent Lambert”, secondo i termini precisi usati…

R. – C’est là ou il y a un vrai désaccord de fond…
Ed è proprio là che c’è un disaccordo di fondo. Perché, in realtà, Vincent Lambert non riceve alcun trattamento che lo mantiene in vita. Si parla unicamente e semplicemente di alimentazione e di idratazione. Molte altre persone gravemente disabili non possono alimentarsi da sole. Molti dicono che alimentazione e idratazione non possono essere considerati trattamenti sproporzionati in una sorta di accanimento terapeutico: sono cure dovute a tutti. Vincent Lambert non è in fin di vita. Vincent Lambert è gravemente disabile. Ed è per questo che è sorprendente reclamare per questo caso la legge Leonetti sul fine vita: nel dubbio, bisogna scegliere la vita. Vincent Lambert non ha espresso il desiderio di morire. Se vogliamo far dipendere il valore di una vita dalla sua capacità di relazioni, allora questo significherebbe condannare molte persone…








All the contents on this site are copyrighted ©.