2014-06-26 12:12:00

Il Papa: tutti i popoli possano godere dei benefici della scienza


La Scuola della Specola Vaticana è un’iniziativa che mostra come i giovani del mondo possano aiutarsi a vicenda nella ricerca della verità e dare una testimonianza di convivenza in armonia. Così Papa Francesco che stamani ha incontrato nella Sala dei Papi i 25  giovani, studenti e laureati in astronomia, che partecipano al corso estivo organizzato dalla Specola Vaticana a Castel Gandolfo, dal primo giugno. Presenti anche  alcuni professori, i padri e i fratelli gesuiti e alcuni impiegati della Specola. Il servizio di Debora Donnini:

“Galassie vicine e lontane, nuove e antiche”: è il titolo della 14.ma Scuola della Specola Vaticana che ha preso il via il primo giugno e dura 4 settimane. Vi partecipano professori e alunni provenienti da 23 Paesi del mondo. Il  Papa ricorda che i giovani che vi hanno preso parte si sono dedicati non solo allo studio delle galassie ma hanno anche condiviso le loro tradizioni culturali e religiose dando una bella testimonianza “di convivenza in armonia”. “Vedendo i vostri volti – dice  - mi sembra di ammirare un mosaico che comprende popoli di ogni parte del mondo”:

“E’ giusto che tutti i popoli abbiano accesso alla ricerca e alla formazione scientifica. L’auspicio che tutti i popoli possano godere dei benefici della scienza è una sfida che ci impegna tutti, specialmente gli scienziati”.

E proprio la Scuola di Astrofisica della Specola Vaticana diventa dunque un luogo dove i giovani del mondo “si aiutano a vicenda  nella ricerca della verità che si concretizza in questo caso nello studio delle galassie”:

“Questa iniziativa semplice e concreta mostra come le scienze possano essere uno strumento adatto ed efficace per promuovere la pace e la giustizia”.

Papa Francesco ribadisce poi l’impegno della Chiesa nel dialogo con le scienze a partire dalla luce offerta dalla fede perché – ricorda  – “la fede può allargare le prospettive della ragione”:

“In questo dialogo con le scienze, la Chiesa si rallegra del mirabile progresso scientifico riconoscendo l’enorme potenziale che Dio ha dato alla mente umana, come una madre si rallegra ed è giustamente orgogliosa quando i suoi figli crescono ‘in sapienza, età e grazia’”.

Il Papa incoraggia quindi i partecipanti a “condividere le conoscenze acquisite sull’universo" con la gente dei rispettivi Paesi perché solo “una piccolissima parte della popolazione mondiale – rileva – ha accesso a queste conoscenze” che aprono il cuore ai grandi interrogativi che l’umanità da sempre si pone sul senso dell’universo. E la ricerca di risposte a queste domande “ci predispone – conclude – all’incontro con il Creatore”.








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