2014-06-27 06:43:00

Centrafrica: a Bambari mancano acqua e cibo


“Oggi non ci sono stati scontri diretti tra i gruppi ribelli ma alcuni civili sono stati comunque assassinati. In città la tensione rimane molto alta. Da giorni siamo l’epicentro di una nuova ondata di violenza che ha già causato un centinaio di vittime e decine di migliaia di sfollati”: lo dice all'agenzia Misna padre Firmin Gbagoua, vicario generale di Bambari, località a 385 chilometri da Bangui.

“Di fatto la città è divisa dal fiume Ouaka. Su una sponda ci sono gli ex Seleka e sull’altra i miliziani Anti-Balaka. In mezzo c’è un ponte e un corridoio di sicurezza controllato dai soldati francesi della Sangaris” aggiunge l’interlocutore della Misna, auspicando che l’opera di mediazione tra i gruppi rivali possa fermare le violenze.

In base all’ultimo bilancio diffuso dalla forza dell’Unione Africana nel Paese (Misca), da lunedì scorso si sono registrati 70 morti e un centinaio di feriti. In realtà “il conteggio delle vittime è difficile da stabilire poiché molti civili sono sepolti senza che il decesso venga registrato – dice ancora il vicario di Bambari – e molte zone non sono accessibili. Ma una cosa è certa: come sempre sono i civili a fare le spese del conflitto”.

Oltre ad essere vittime fisiche delle violenze, subiscono anche danni materiali. “Molta gente ha perso la propria casa incendiata e saccheggiata dai ribelli. Più di 16.000 persone hanno trovato rifugio alla cattedrale Saint Joseph e altre 10.000 in un’altra parrocchia del centro” riferisce padre Firmin, avvertendo che “la situazione umanitaria sta peggiorando di giorno in giorno”. Oltre all’acqua potabile, cure e medicinali, difficilmente consegnati dagli operatori umanitari, la gente ha soprattutto bisogno di cibo. “Siamo nella stagione delle piogge. La popolazione ha seminato da poco e sta esaurendo le proprie riserve in cereali. La situazione alimentare qui è già molto precaria” precisa il vicario di Bambari.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) ha annunciato che dopo giorni di isolamento, da oggi alcuni veicoli hanno lasciato Bambari per raggiungere la capitale. A Bangui residenti originari della prefettura della Ouaka, di cui Bambari è il capoluogo, stanno osservando un lutto di tre giorni in memoria delle vittime. Ad essere uccisi sono stati membri della minoranza Peul, vittime degli Anti-Balaka, ma anche cittadini non musulmani, abbattuti dagli ex Seleka.

Proprio a Bambari, il mese scorso, i ribelli a maggioranza musulmana hanno stabilito il proprio stato maggiore. Una mossa che ha spinto gli avversari Anti-Balaka a lanciare un’offensiva sulla città centro-occidentale. (R.P.)








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