E’ in corso, in Repubblica Democratica del Congo, il pellegrinaggio sulla tomba di Christophe Munzihirwa, arcivescovo di Bukavu, nel Sud Kivu, trucidato il 29 ottobre 1996 da militari ruandesi. Alla missione, fino al 6 luglio con incontri e seminari sulla difficile realtà dello Stato africano, partecipano persone di Paesi diversi e di varia professionalità. Da Bukavu, Marina Piccone:
Il pellegrinaggio, che prevede incontri con la Chiesa e la società civile, ha lo scopo di denunciare all’opinione pubblica mondiale il genocidio che il popolo congolese ha subito negli ultimi venti anni tra l’indifferenza generale. La prima tappa è stata Mutarule, un villaggio ad una ventina di km dal confine con il Burundi, dove la notte tra il 6 e il 7 giugno scorso, sono state uccise 37 persone tra le quali 8 bambini. La società civile locale attribuisce il massacro ai Banyamulenge, una popolazione origine rwandese e ai Barundi di origine burundese che da due anni imperversano uccidendo e razziando con lo scopo di appropriarsi del territorio. Nell’incontro di ieri, padre Franco Bordignon, missionario salesiano in Congo da 42 anni, ha descritto un Paese completamente allo sbando, dove l’impunità è diventata cultura e la corruzione è un sistema, uno stato di disordine e confusione ben orchestrato per continuare lo sfruttamento delle risorse di cui il Congo è ricchissimo.
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