2014-06-29 13:36:00

Papa Francesco: intervista al quotidiano "Il Messaggero"


Il quotidiano romano “Il Messaggero” pubblica oggi un’intervista a Papa Francesco realizzata dalla giornalista Franca Giansoldati: nelle sue risposte il Santo Padre si sofferma tra l’altro sulle sfide rappresentate dall’attuale cambiamento “di epoca” e “di cultura”, che ha conseguenze sulla vita politica, finanziaria e sociale. Sfide a cui le istituzioni e la Chiesa devono rispondere tutelando il bene comune e custodendo la vita umana e la sua dignità. Una sintesi dell’intervista nel servizio di Davide Maggiore:

“Tutelare sempre il bene comune”, che include “la custodia della vita umana, la sua dignità”, è “la vocazione per qualsiasi politico”, afferma il Santo Padre. Oggi il problema della politica, “un problema mondiale”, nota Francesco, è che essa “si è svalutata, rovinata dalla corruzione, dal fenomeno delle tangenti”. Questa “decadenza morale, non solo in politica, ma nella vita finanziaria o sociale”, è alimentata dal “cambiamento d’epoca” odierno, che è anche “un cambio di cultura”. In questo contesto, la povertà di cui preoccuparsi non è solo quella materiale.

“Un affamato – spiega il Papa – posso aiutarlo affinché non abbia più fame, ma se ha perso il lavoro ha a che fare con un’altra povertà. Non ha più dignità”. Si impone dunque “uno sforzo comune” nell’aiuto delle famiglie in difficoltà, un compito che – riconosce il Pontefice – è “in salita”, ma va continuato, soprattutto lavorando “di più per il bene comune dell’infanzia”. “Mettere su famiglia è un impegno” – ribadisce – per le difficoltà economiche che si incontrano, mentre “la politica sociale non aiuta”. Commentando i bassissimi tassi di natalità dell’Europa, che è “come se si fosse stancata di fare la mamma, preferendo fare la nonna”, il Santo Padre nota che questo fenomeno non dipende solo da “una deriva culturale improntata all’egoismo e all’edonismo”, ma anche dall’attuale “crisi economica”.

Secondo Francesco, “la bandiera dei poveri è cristiana, la povertà è al centro del Vangelo”, che non si può comprendere “senza capire la povertà reale”. Va però tenuto conto che esiste anche “una povertà bellissima dello spirito, essere povero davanti a Dio perché Dio ti riempie”. Il Vangelo infatti “si rivolge indistintamente ai poveri e ai ricchi” e “non condanna affatto i ricchi, semmai le ricchezze quando diventano oggetti idolatrati”. Alla domanda su “dove stia andando la Chiesa di Bergoglio”, il Papa risponde: “grazie a Dio non ho nessuna Chiesa, seguo Cristo. Non ho fondato niente”. E poi ribadisce: “le mie decisioni sono il frutto delle riunioni pre Conclave. Nessuna cosa l’ho fatta da solo”.

Il Pontefice torna poi sui suoi prossimi viaggi in Asia, quello di agosto in Corea e quello di gennaio nello Sri Lanka e nelle Filippine. La Chiesa in Asia, dice, “è una promessa”. “Quanto alla Cina - continua - si tratta di una sfida culturale grande, grandissima”. Nel corso dell’intervista Francesco riprende brevemente anche molti altri temi già affrontati durante il pontificato, come “la questione femminile”, che va approfondita “altrimenti non si può capire la Chiesa stessa”. Citate poi la corruzione e lo sfruttamento - lavorativo e sessuale - di bambine e bambini. Il Papa parla di episodi di prostituzione minorile che gli furono segnalati quando era arcivescovo a Buenos Aires e che coinvolgevano anche anziani: “Per me sono pedofili queste persone che fanno questo alle bambine”, afferma.

Nel giorno in cui si ricordano i Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma, non mancano i riferimenti anche alla quotidianità e alla tradizione della città di cui il Papa è vescovo. Questo ruolo, nota il Santo Padre, è “il primo servizio di Francesco”. Roma, secondo il Pontefice, condivide i problemi di altre metropoli “come Buenos Aires”. E proprio alla “pastorale delle metropoli” sarà dedicato un convegno a Barcellona il prossimo novembre. Ai romani, abitanti di una città “che dovrebbe essere un faro nel mondo”, il Papa augura infine di “non perdere la gioia, la speranza, la fiducia nonostante le difficoltà”.  








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