2014-06-30 14:09:00

Renzi: l'Europa sia “luogo di speranza”


Europa "luogo di speranza per la generazione Erasmus" e non solo. Questo il messaggio lanciato dal premier Matteo Renzi alla vigilia dell’avvio del Semestre di presidenza italiana dell'Ue. Mercoledì prossimo, Renzi presenterà il suo programma di lavoro davanti all'assemblea del nuovo Parlamento europeo. Al vertice della scorsa settimana ha contribuito a mettere l'accento sulla necessità di politiche orientate a favorire crescita e occupazione. Di questo, Fausta Speranza ha parlato con Carlo Altomonte, docente di politiche economiche all’Università Bocconi:

R. – Sicuramente un’Europa che guardi meno in maniera contabile alla posizione fiscale dei diversi Stati membri e un’Europa che invece possa, in qualche modo, dare una mano a sostenere la domanda aggregata nei diversi Paesi, anche attraverso un programma d’investimenti europei e un uso maggiore delle flessibilità, che esistono nelle regole europee per l’uso della leva fiscale. Quindi contribuire in questo modo ad una maggiore crescita e ad una maggiore occupazione nel medio periodo. Evidentemente la battaglia è molto delicata, perché ci sono approcci, come sappiamo, molto diversi.

D. – Che cosa l’Italia può concretamente pensare di fare in questo semestre?

R. – Quello che l’Italia può concretamente pensare di fare è di provare a mettere giù delle “regole”, o delle guidelines più che regole, per capire in che misura i Paesi possano usufruire dei margini di flessibilità, che ci sono nelle attuali regole di finanza pubblica, in cambio di un impegno chiaro e verificabile sulle riforme. Capire, quindi, fino a che punto usare la flessibilità, che cosa poi scomputare dalla spesa e cosa no e che cosa vuol dire "riforme verificabili" e chi le deve verificare. Sono tutte questioni che restano ancora aperte sul tavolo e sulle quali il semestre di presidenza italiano potrebbe dare un contributo. Ovviamente, il semestre di presidenza italiana non può cambiare le regole fiscali in atto, perché sarebbe come dare al principale accusato, uno dei principali accusati di violare le regole stesse, la possibilità di farlo. E non penso che questo verrà concesso dagli altri Stati membri.

D. – Con il Trattato di Lisbona si è dato più potere al presidente dell'Ue, nella fattispecie Van Rompuy,  e, dunque, in qualche modo, assumono meno importanza i semestri di presidenza...

R. – Sì, sicuramente c’è un coordinamento di fondo e un compromesso politico, che viene deciso dal Consiglio e viene in qualche modo mediato dalla figura del presidente del Consiglio Europeo. I semestri di presidenza hanno un compito sicuramente più organizzativo e diciamo operativo, rispetto alle linee guida politiche. E’ anche vero, però, che questo semestre di presidenza inizia quando il Pd di Matteo Renzi è il partito più votato d’Europa. Questo, quindi, in qualche misura pone Renzi davanti ad una centralità politica che, insieme al suo ruolo di presidente di turno del semestre, è importante.

 

L’avvio del semestre italiano coincide con l’inizio dei lavori del nuovo Parlamento. E ci vorranno ancora parecchie settimane prima che la nuova Commissione sia formata. Un semestre dunque che rischia di essere condizionato dal riassetto delle istituzioni dopo il voto. Fausta Speranza ha chiesto l’opinione di Vittorio Calaprice, dell’ufficio Affari politici della Commissione Europea:

R. – Anzi, pare che invece si aprano, con maggiore intensità, opportunità non soltanto legate alle politiche ma anche alle questioni istituzionali! L’attenzione che c’è nei ruoli e nelle persone è stata messa in secondo piano rispetto a un programma. Su tutti gli organi di stampa si parla di questo documento di Herman Van Rompuy, il presidente del Consiglio europeo, che dovrebbe aprire un po’ un programma di legislatura per i prossimi 5 anni.

D. – Il semestre italiano di presidenza coincide con l’avvio del nuovo parlamento, quindi è una fase un po’ particolare. Ci sono attese non soltanto per questo nuovo parlamento ma anche per la Commissione…

R. – Bisogna ricordare questo, che la Commissione europea è l’istituzione che ha il compito di promuovere e tutelare l’interesse pubblico europeo e quindi il valore aggiunto europeo in tutte le politiche. Per questo - è evidente - una Commissione europea forte può portare politiche europee in maniera più incisiva nel quadro degli interessi nazionali e nell’ambito di un rilancio delle politiche di crescita nel quadro europeo.








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