2014-07-03 13:55:00

Libano: appello dei patriarchi a "preservare i valori democratici"


Un appello a "preservare i valori democratici" e la libertà è stato lanciato dai cinque patriarchi antiocheni, cattolici e ortodossi. Giunge nel momento in cui qualcuno tenta di imporre una teocrazia in Iraq e in Oriente e anche in Libano si evidenziano segnali inquietanti, come la bomba lanciata ieri a Tripoli contro un caffè aperto durante le ore del digiuno per il Ramadan o l'annuncio della Free Sunnis of Baalbek Brigade di aver creato uno speciale gruppo per attaccare le chiese.

Nell'appello lanciato martedì dalla sede del Patriarcato greco-ortodosso di Balamand i cinque patriarchi hanno reso grazie "per il clima di libertà del quale il Libano continua a godere, malgrado le difficoltà che sta attraversando e hanno invitato i responsabili a preservarne i valori democratici, la libertà e l'alternanza al potere sui quali riposa il Libano".

Invitati dal patriarca Giovanni X per l'apertura dell'annuale Sinodo della Chiesa greco-ortodossa, i cinque patriarchi di Antiochia, Giovanni X Yazigi, Béchara Boutros Raï (maronita), Ignazio Ephrem II Karim (siro-ortodosso), Ignazio Youssef III Younan (siro-cattolico) et Gregorio III Laham (greco-cattolico) hanno anche invitato gli uomini politici libanesi "a porsi al di sopra degli interessi personali e ad affrettarsi a eleggere un Presidente della Repubblica che veglierà sull'unità del Libano e ristabilirà le istituzioni nel loro funzionamento regolare, in particolare la Camera dei deputati e il Consiglio dei ministri, per rendere lo Stato capace di far fronte alle gravi sfide economiche, sociali e di sicurezza".

Va ricordato che la presidenza della Repubblica, in Libano, è vacante dal 25 maggio scorso, senza che il Parlamento sia riuscito a eleggere un nuovo capo dello Stato che è, tradizionalmente, un cristiano maronita.

I patriarchi hanno anche deciso "la creazione di una commissione congiunta per stimolare la cooperazione tra le Chiese antiochene e organizzare attività congiunte".

Al tempo stesso, riferendosi alla guerra che infuria in Siria e Iraq, hanno chiesto ai loro fedeli di essere partecipi delle sofferenze che hanno origine nella guerra" e di offrire ospitalità, ogni volta che è possibile, ai loro fratelli costretti all'esodo.

I patriarchi - che hanno inoltre reclamato "il ritorno di tutti gli ostaggi, laici e religiosi, a cominciare dai vescovi Youhanna Ibrahim e Boulos Yazigi, scomparsi da 14 mesi - hanno pregato "per la Siria e anche "per l'Iraq e in particolare per la popolazione di Mosul e del nord del Paese, attualmente in una situazione molto precaria con la presa della città e l'avanzata dei combattenti dell'Isil nella piana di Ninive. Hanno anche chiesto alla comunità internazionale di "salvare l'Iraq dalla disintegrazione", di "conservarvi l'uomo e le culture, in particolare la cultura cristiana". (R.P.)








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