2014-07-04 15:33:00

Hong Kong: arrestati 5 organizzatori della protesta democratica


La polizia di Hong Kong ha arrestato 5 organizzatori della grande manifestazione per la democrazia che ha visto scendere in piazza il 2 luglio scorso più di 500mila persone nell'ex-colonia britannica. La manifestazione è stata promossa per chiedere l’elezione diretta con suffragio universale del capo del governo locale prevista per il 2017. Hong Kong è tornata sotto la sovranità cinese nel 1997 sulla base di un accordo con la Gran Bretagna che garantisce ai cittadini del territorio le libertà civili e il pluralismo politico.

Il vicario generale della diocesi di Hong Kong, padre Michael Yeung, parlando ai nostri microfoni, ha sottolineato di non pensare che gli obiettivi della manifestazione potranno essere raggiunti. “Siamo preoccupati – ha detto - e credo che queste preoccupazioni diventino sempre più sostanziali, considerando che l’art. 45 della Legge fondamentale possa essere interpretato in termini molto restrittivi oppure utilizzato per nominare un comitato che” Pechino afferma “essere ampiamente rappresentativo, mentre in realtà non lo è: lo è solo di nome. Noi pensiamo che questo attuale modo di eleggere e selezionare sia un sistema per ‘filtrare’ quelle persone che il governo di Pechino non vuole vedere in quell’incarico. Recentemente, hanno pubblicato un Libro bianco sull’interpretazione della Legge fondamentale, e da questo è risultato molto chiaramente che il nostro sistema attuale deve adeguarsi al sistema socialista”.

Padre Yeung ha quindi ricordato come Deng Xiaoping avesse detto che soltanto il Ministero degli Esteri e quello della Difesa dovessero avere una rappresentanza a Hong Kong, a dimostrazione della sovranità del governo cinese, mentre tutto il resto sarebbe dovuto rientrare nella gestione interna di Hong Kong. “Alla fine – ha osservato - il risultato è che noi non abbiamo più alcun potere” e siamo obbligati ad andare “verso un sistema socialista”. Quello che preoccupa gli abitanti di Hong Kong penso sia la totale mancanza di fiducia.

La Chiesa cattolica – ha precisato – “non ha mai incoraggiato le persone a manifestare, ma certo non possiamo proibirlo e la ragione è molto semplice: l’autorità non deriva la propria legittimità morale da se stessa – come è detto nel Catechismo della Chiesa cattolica; l’autorità non può manifestarsi in termini dispotici, al contrario: deve agire per il bene comune, dev’essere una forza morale basata sulla libertà e sul senso di responsabilità. Ora, se l’autorità è esercitata in maniera legittima ed è volta alla ricerca del bene comune dei gruppi in questione, e impiega mezzi moralmente leciti per ottenerlo, allora va bene. Mentre, al contrario, se il governante si avvale di leggi ingiuste o adotta misure contraddittorie rispetto all’ordine morale, penso che queste misure non possano essere considerate vincolanti per le coscienze. E con questi presupposti – si è chiesto - come possiamo chiedere ai giovani di non manifestare? Credo che i giovani, in qualche modo, rappresentino la coscienza della società: come possiamo chiedere loro di non farlo?”.








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