2014-07-06 11:21:00

Mons. Cibotti: giovani molisani attratti dalla testimonianza di Francesco


Giovani, detenuti, malati: questi i gruppi che, in particolare, Papa Francesco ha incontrato ad Isernia, assieme a tutte le altre componenti della società molisana. La nostra inviata Antonella Palermo ha chiesto un bilancio della visita pastorale del Papa a mons. Camillo Cibotti, vescovo di Isernia-Venafro, che si sofferma in particolare sui giovani:

R. - Bella, irripetibile e, se non fosse troppo, direi “paradisiaca”! È stata così bella, anche per me è stata un’esperienza irripetibile per il fatto di essere stato gomito a gomito con Papa Francesco; registrare le sue impressioni, le sue espressioni con gli occhi, con la bocca, qualche frase molto espressiva, meravigliato … Quello che più mi ha commosso è il modo con il quale attrae.

D. - Questi giovani, che così sapientemente, con entusiasmo, hanno animato i vari incontri …

R. - Quello che più mi ha fatto piacere sentire dire da lui dopo Castel Petroso era che si era stancato, perché con i giovani si è dato tutto; ed qualcosa che lo riempie, lo carica …

D. - E poi questo paragone nella terra che ha dato i natali a San Celestino con San Francesco d’Assisi …

R. - È stato un accoppiamento vincente da parte di Papa Francesco: Celestino, Francesco d’Assisi … Ma io direi anche Francesco Papa! È qualcosa che la gente vede così naturale, così suo, che ovunque va, anche se non dice nulla... basta la sua figura!

D. - Conversione e misericordia: così si è praticamente congedato dalla città di Isernia, dalla terra molisana. Conversione e misericordia devono essere la musica di questo anno giubilare che si è aperto qui …

R. - Sì, ed è stato bello il fatto che lui ha concesso l’indulgenza con la sua benedizione e questo è qualcosa anche per tutti gli ascoltatori della Radio che, se entro una settimana si confessano e poi ricevono l’Eucaristia pregando secondo le intenzioni del Papa, hanno l’indulgenza! È qualcosa di straordinario! E poi c’è un’altra cosa: un tratto bellissimo, che non è da staccare dall’indulgenza, il Papa ha ammirato la nostra natura … “Quanto verde! Quanto verde!”. E allora io penso alla natura, penso al verde, alla bellezza della natura come ad una riconquista di questa dimensione interiore, perché riconciliazione significa ritornare a credere nell’uomo, ad essere orgogliosi di essere persone.








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