2014-07-08 16:04:00

Appello dei vescovi della Tanzania per una nuova Costituzione


“Un dovere morale”: così la Conferenza episcopale della Tanzania (Cet) definisce la stesura di una nuova Costituzione da parte dei membri dell’Assemblea costituente. In una nota diffusa in questi giorni, i presuli esortano le autorità preposte a redigere una nuova Carta fondamentale “con grande senso di responsabilità”. Da diversi mesi, infatti, il Paese africano è in attesa di una Costituzione rinnovata, che dovrebbe entrare in vigore quest’anno, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’unione con Zanzibar, avvenuta nel 1964, ed in vista delle elezioni che si terranno in 2015. Nel nuovo testo, si prevede la creazione di uno Stato federale con il ripristino dei governi del Taganyka e dello Zanzibar, soppressi nel 1964, ponendo fine ad annosi contenziosi tra le due province. Tra le altre novità il riconoscimento di una maggiore libertà di stampa e di informazione, l’istruzione per tutti e una maggiore rappresentanza femminile nelle posizioni di responsabilità.

La nuova Carta è già stata esaminata dall’Assemblea Costituente con un lungo dibattito svoltosi tra febbraio ed aprile scorsi; un dibattito durante il quale – sottolineano i vescovi – le autorità hanno dato prova di “disunità, aggressività, mancanza di rispetto reciproco, linguaggio scorretto”, dando spazio “alla polarizzazione”, invece avviare un dialogo “rispettoso ed onorevole”. Di qui, l’appello lanciato dalla Cet “alla coscienza” dei legislatori, perché “l’impasse attuale sulla nuova Costituzione deriva dalla mancanza di volontà politica e di sincerità”.

Ci sono “serie ragioni” che giustificano la necessità di una nuova Carta, scrivono ancora i vescovi, ed esse sono “la corruzione, l’insicurezza, la mancanza di una visione e di valori condivisi”. Per questo, si chiede a chi di dovere di “evitare atteggiamenti egoistici”, a favore di “un lavoro collettivo per il bene comune della popolazione”. Quindi, la sottolineatura forte che la Cet fa al “dovere morale di dare alla nazione fondamenta solide, fondamenta morali che guardino a valori come la dignità umana, la solidarietà, la cura del bene comune”. “Dovete dare al Paese – ribadiscono i vescovi ai membri della Costituente – una visione che ispiri la popolazione a costruire insieme la nazione, tollerando ed accettando le differenze reciproche”. E questo è “un dovere sacro”, sottolineano nuovamente i presuli, che “non va sacrificato agli scontri politici”.

“C’è bisogno – incalza la Chiesa di Tanzania - di una nuova Costituzione che possa portare ad una più profonda partecipazione della popolazione nella determinazione delle priorità e nell’uso del potere a servizio di tutti e non solo di pochi”. La nuova Carta fondamentale dovrà, quindi, far sì che “lo Stato di diritto favorisca la giustizia ed il bene comune per tutti, rispettando la dignità di ciascuno e prevenendo l’abuso di potere e la corruzione”. “Non tradite il popolo”, è il forte richiamo che i vescovi fanno ai membri della Costituente, esortando, infine, i fedeli e gli uomini di buona volontà a chiedere a Dio la grazia di “illuminare e rafforzare” i lavori dell’Assemblea. (I.P.)








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