2014-07-10 06:49:00

Centrafrica: a Bambari dopo assalto i profughi lasciano la cattedrale


“Parte degli sfollati hanno lasciato la cattedrale Saint Joseph e trovato rifugio presso la sede della prefettura e della gendarmeria, due luoghi custoditi dai soldati francesi di Sangaris e dalle truppe africane della Misca. In città regna una calma precaria e la tensione è ancora palpabile”: a riferirlo è l’emittente locale Radio Ndeke Luka, a 48 ore dal grave attacco al campo per sfollati allestito presso la cattedrale, sede del vescovado, nella città di Bambari, nel cuore della Repubblica Centrafricana.

Un attacco - riferisce l'agenzia Misna - compiuto da elementi dell’ex coalizione ribelle Seleka – ma sostenuti da alcuni musulmani nativi di Bambari – presentato dal colonnello Djuma Narkoyo come una “vendetta per l’uccisione di due giovani Peul poche ore prima” nel quartiere musulmano di Adji. In base al bilancio ufficiale nell’assalto al campo sfollati, che ospitava 10.000 persone – tra cui si sarebbero infiltrati presunti esponenti del gruppo Anti-Balaka, rivale di Seleka – sono morte 23 persone e alcune decine sono rimaste ferite. Distrutte una ventina di abitazioni, saccheggiata e incendiata la residenza del vescovo così come alcuni veicoli.

L’Ufficio per il coordinamento degli Affari umanitari dell’Onu (Ocha) nella Repubblica Centrafricana ha condannato “le violenze indiscriminate e inaccettabili contro gli sfollati della cattedrale Saint Joseph”, chiedendo a tutte le parti coinvolte di “rispettare la protezione dei civili e garantire la loro sicurezza”.

Intanto un’ala dissidente della Seleka – la cui composizione numerica non è stata precisata – ha annunciato la creazione di un ‘coordinamento nazionale politico e militare’. L’obiettivo dichiarato è quello di difendere gli interessi dei cristiani che sin da dicembre 2012 si sono uniti alla ribellione a maggioranza musulmana, in segno di malcontento per la gestione del potere da parte del presidente François Bozizé, destituito con un colpo di stato nel marzo 2013. I fuoriusciti accusano le autorità di Bangui e la comunità internazionale di averli “abbandonati” e di “pensare soltanto ai musulmani della Seleka”.

Al termine della sua visita nella Repubblica Centrafricana il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, ha denunciato “una spirale di odio e vendetta tra i due gruppi in lotta”, avvertendo che “solo un cessate-il-fuoco e l’avvio di un processo di pace potranno dare un futuro al Paese”. (R.P.)








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