2014-07-10 12:27:00

Rapporto Idos: in 2 anni imprese di immigrati crescono del 9,5 per cento


In due anni in Italia le imprese a guida immigrata sono aumentate del 9,5 per cento mentre quelle italiane hanno subito un calo dell’1,6 per cento. A fotografare la situazione è il “Rapporto immigrazione e imprenditoria 2014” del Centro di ricerche Idos, Immigrazione Dossier Statistico presentato a Roma. Il servizio di Debora Donnini:

Nonostante la crisi, le imprese gestite da immigrati crescono. Fra la fine del 2011 e la fine del 2013 sono aumentate del 9,5 per cento. Più della metà si trovano al Nord. Oltre un quarto al Centro e più di un quinto al Meridione. La prima Regione è la Lombardia con oltre 94mila, il 19 per cento del totale. Il commento di Maria Paola Nanni, curatrice del volume:

“Oggi le imprese a conduzione immigrata in Italia sono già nell’ordine del mezzo milione, 497 mila, e soprattutto hanno un’incidenza sul totale delle imprese registrate negli elenchi delle Camere di Commercio che supera l’otto per cento del totale. E’ un’incidenza che cresce continuamente, di anno in anno, anche in questi anni di profonde difficoltà”.

Come mai mentre le imprese italiane subiscono un leggero calo quelle straniere registrano il segno “più”? Ancora Maria Paola Nanni:

“Questo spiccato dinamismo imprenditoriale che i migranti continuano a mostrare anche in questi anni di crisi, di fatto, si lega, quasi inestricabilmente, anche alla loro maggiore debolezza sociale, ovvero alle sempre maggiori difficoltà che incontrano nel trovare e mantenere un’occupazione alle dipendenze. Ecco, quindi, che la particolare difficoltà dei migranti di sopportare lunghi periodi di disoccupazione fa sì che l’avvio di un’attività autonoma imprenditoriale - magari l’apertura di una partita Iva funzionale alle logiche di subappalto, che sempre più fagocitano interi settori e pensiamo anzitutto all’edilizia - può rappresentare una, se non l’unica, strategia di resistenza percorribile. Tra l’altro, poi, le imprese avviate dai migranti, per quanto spesso segnate da forti elementi di fragilità, a volte di criticità, trattandosi per lo più di imprese individuali - la misura di circa otto casi su dieci - sono però poi imprese che, soprattutto a livello locale, mostrano buoni, a volte anche ottimi, livelli di integrazione sul piano dell’integrazione economica”.

Significativo poi il numero di donne nell’imprenditoria straniera: sono quasi un quarto del totale delle imprese a guida immigrata, con una crescita del 5,4 per cento.








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