In Ucraina prosegue l’offensiva dell’esercito di Kiev contro i separatisti filorussi
nell’est: i combattimenti attorno all’aeroporto di Donetsk, roccaforte dei ribelli
hanno causato la morte di 19 soldati governativi. Complessivamente nelle ultime 24
ore Kiev ha perso in diverse località 23 tra soldati e guardie di frontiera. Anche
quattro civili sarebbero rimasti uccisi dall'esplosione di un ordigno in una clinica
oncologica durante un combattimento nella città di Lugansk. Rilevante la presa di
posizione oggi del primate ad interim della Chiesa ortodossa russa d' Ucraina, dipendente
dal patriarcato di Mosca, il metropolita Onofrii, che ai separatisti filorussi nell'est
del Paese chiede di ''deporre le armi e di fermare lo spargimento di sangue''.
Intanto, la denuncia di centinaia di rapimenti, pestaggi
e torture nelle regioni orientali del Paese arriva da Amnesty International: le violazioni
dei diritti umani sono attribuite sia a soldati e gruppi pro-Kiev, sia – per la maggior
parte - ai miliziani filorussi. Sul ruolo di
questi ultimi, Davide Maggiore ha raccolto il commento di Denis Krivosheev, vicedirettore di
Amnesty International per l’Europa e l’Asia Centrale:
R. - The people they targeted primarily were pro
– Ukrainian activist ...
Le persone che sono state prese di mira all’inizio
erano attivisti pro-ucraini; poi hanno anche preso di mira le persone coinvolte nelle
elezioni presidenziali del 25 maggio scorso. Ma ora ci sono sempre più prove che civili
sono stati presi di mira, da una parte a scopo intimidatorio e dall’altra per metterli
sotto pressione.
D. - Tornando alle forze pro- ucraine, cosa si può chiedere di fare al governo ucraino?
R. - We have no recipe for stopping the conflict
...
Non abbiamo la ricetta per fermare il conflitto, ma
le autorità ucraine hanno molto lavoro da fare. Quello che è accaduto nell’Ucraina
dell’Est e ha portato al conflitto è a tutti gli effetti un collasso della legge.
Le autorità ucraine devono risolvere la questione delle torture commesse dalla polizia,
in ogni contesto e non necessariamente in quello del conflitto. Ci deve essere un
solido sistema che assicuri che non vengano commesse torture e - laddove questo accada
- che il responsabile venga identificato e assicurato alla giustizia.
D. - In che modo la comunità internazionale e la società civile contribuiscono a questo processo di ripristino dello stato di diritto in Ucraina?
R. - Restoring rule of law, restoring peace ...
Non si ripristinano lo stato di diritto, la pace e
la sicurezza in una notte. Le autorità ucraine avranno bisogno di molto aiuto; e questo
aiuto non deve provenire dal rifornimento di armi militari. La Comunità internazionale
può dare un contributo importante nell’aiutare le autorità ucraine a stabilire un
vero e proprio stato di diritto, un sistema giudiziario indipendente e a rafforzare
il sistema di giustizia penale. Gli esperti ai quali gli ucraini possono rivolgersi
sono tanti: devono farlo adesso, perché questa è una chiara occasione per rimettere
in ordine le cose.
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