2014-07-14 08:32:00

La Germania vince i mondiali in Brasile


La Germania batte l’Argentina di Lionel Messi 1 a 0 e vince i Mondiali di calcio di Brasile 2014. La finale del Maracanà di Rio de Janeiro è stata decisa all’ottavo minuto del secondo tempo supplementare da una rete di Mario Götse. Per i tedeschi si tratta del quarto titolo mondiale, a 24 anni dalla vittoria di “Italia 90”. Per un commento sulla manifestazione brasiliana, Michele Raviart ha intervistato il giornalista sportivo ed opinionista Italo Cucci:

R. – Dal punto di vista puramente calcistico ha vinto la squadra che probabilmente meritava di vincere. Una bella Germania, forte, una Germania che ha espresso anche, proprio con il giocatore che ha fatto il gol, Götse, il suo tocco di giovinezza, che conta, e che si proietta nel futuro come una delle più grandi nazionali di tutti i tempi.

D. – Al di là della Germania, chi ha vinto questi mondiali, anche oltre il punto di vista sportivo?

R. – Sicuramente il Brasile. Nonostante il fallimento sportivo, in realtà, la forza dell’organizzazione è stata immensa. Il torneo non si è svolto in un Paese ma in un continente. Tutto è andato per il meglio quando è stato il momento di mostrare la vera faccia del Brasile che è quella allegra, non quella piangente del calcio, si è visto un risultato assolutamente felice. Si temeva qualcosa che non si è verificato. Si è avuto il ritratto di un Paese, come minimo, sereno, capace di affrontare i momenti più difficili.

D. – E poi i Mondiali sono una grande manifestazione sportiva in cui le persone si ritrovano insieme nel segno della pace…

R. – Diciamo in assoluto, sì, perché sono più i media che tendono a caricare espressione di tradizionale antipatia o addirittura ostilità. Si pensava un po’ tutti che i centomila argentini arrivati per assediare il Maracanà, visto che gli era consentito di comprare solo 13 mila biglietti, potessero creare chissà quali problemi, disagi, lo scontro finale, etc. Una volta di più, non l’ottimismo ma il realismo degli sportivi, ha dato una lezione a chi preparava l’apocalisse.








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