2014-07-15 13:56:00

Sì del Sinodo anglicano a donne vescovo. Difficoltà per l'ecumenismo


“La decisione della Chiesa d’Inghilterra di ammettere le donne all’episcopato è un ulteriore ostacolo nel cammino verso l’unità e tuttavia continueremo il nostro impegno per il dialogo ecumenico per cercare una più profonda comprensione reciproca e una collaborazione pratica dove questa sarà possibile”. Così mons. Bernard Longley, presidente del Dipartimento per il Dialogo e l’Unità dei vescovi inglesi e gallesi, commenta in una nota il via libera del Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra riunito a York alle donne vescovo.

La riforma, da anni al centro di profonde divisioni in seno alla casa madre della Comunione anglicana, è stata approvata con la maggioranza richiesta dei due terzi in ognuna delle tre Camere che compongono il Sinodo (vescovi, clero e laici).

Nella nota, mons. mons. Longley esprime comunque “apprezzamento” per una clausola introdotta nel testo che riconosce le ragioni di chi, nella Chiesa d’Inghilterra, continua a ritenere inammissibile l’ordinazione episcopale femminile, come nelle Chiese cattolica e ortodossa. “In questo difficile momento – aggiunge – riconosciamo ancora una volta i notevoli progressi ecumenici compiuti in questi decenni dopo il Concilio Vaticano II e lo sviluppo di una solida amicizia tra le nostre comunità. Faremo il possibile - conclude quindi l’arcivescovo di Birmingham - per rafforzare questi legami e cercare insieme di testimoniare il Vangelo nella nostra società”.

Il voto favorevole alle donne vescovo è stata salutata invece con soddisfazione dal Segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Wcc), il rev. Olav Tveit, il quale ha espresso l’auspicio che la decisione possa essere “una benedizione per la missione della Chiesa d’Inghilterra”.

Donne vescovo anglicane – lo ricordiamo - esistono già in altri Paesi , come negli Stati Uniti e in Australia, ma la Chiesa d'Inghilterra era finora divisa sulla questione, nonostante abbia già ammesso le donne al sacerdozio nel 1994. (A cura di Lisa Zengarini)








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