In Iraq il parlamento ha eletto il suo nuovo presidente. Si tratta del sunnita moderato Salim Jabouri. Una nomina che sembra andare in direzione di un accordo per il primo ministro e per il governo di unità nazionale, dopo che la crisi innescata dall’offensiva jihadista, ha fatto calare le quotazioni del premier uscente, lo sciita al-Maliki. Intanto l’esercito da ieri cerca di riprendere la città di Tikrit: 30 i morti e decine di feriti in due attentati suicidi. Al microfono di Cecilia Seppia il commento del Patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphael I Sako
R. - Secondo me, c’è un problema nell’Islam politico. Il progetto di una nazione araba unita è fallito; anche l’Islam politico dei Fratelli Musulmani è fallito…. Questi jihadisti pensano che loro possano essere l’alternativa ad uno Stato musulmano, con un califfato, come era nel VII secolo. Ma penso che questo non sia in grado di rivivere; eppure loro stanno provando a farlo, ma oggi non è facile… Nessuno accetta una cosa simile oggi! Anche i musulmani, fra di loro, come molti sunniti, pensano che questo sia possibile. Ci vuole un Islam aperto, altrimenti non avranno futuro.
D. - Ci sono assalti e attacchi continui: l’ultimo in queste ore proprio a Tikrit, dove l’esercito sembra che sia riuscito a riprendere alcuni edifici governativi…
R. – No, il governo non controlla più questo triangolo sunnita (Tikrit, Mosul, Kirkuk). Talvolta bombarda e attacca qui o lì, perché gli jihadisti hanno una presenza forte. Sì, questa gente ha un’ideologia molto forte e dunque sono pronti a tutto. Invece l’esercito non è professionista e quindi non è stato ben preparato… Ma comunque sta facendo uno sforzo per cercare di recuperare tutta questa zona, però penso che sia un po’ tardi.
D. - Ieri un documento di Amnesty International ha denunciato omicidi, rapimenti, torture ad opera dei miliziani dello Stato Islamico. Certamente qui c’è da esprimere una dura condanna…
R. - Sì! Un atteggiamento così forte di condanna è un bene, ma penso che bisognerebbe fare un po’ di più! La formazione di un governo iracheno di unità nazionale è una soluzione. E’ necessario trovare una soluzione anche politica e dunque la riconciliazione è molto importante. Questa mattina c’era la seduta del Parlamento, la terza Sezione, ed io ho indirizzato a tutti una lettera per dire: “Basta! Salvate l’Iraq! Potete salvare l’Iraq solo se siete uniti, l’unità può creare pace e stabilità!”.
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