2014-07-16 11:51:00

Cambogia: preghiera del vicario apostolico per la pace nel Paese


È una preghiera particolarmente sentita quella innalzata da mons. Olivier Schmitthaeusler, Vicario apostolico di Phnom Penh, in Cambogia: nella newsletter del mese di luglio, che riporta le principali attività della Chiesa locale, il presule si rivolge al Signore e gli chiede di rivolgere il suo sguardo amorevole a “tutte le persone infelici, espulse dalla Thailandia e che vagano per le strade della Cambogia” e a “tutti i bambini costretti a mendicare”. Per loro, il presule chiede al Signore la gioia. Pace, invece, chiede “per le famiglie lacerate dai conflitti e dall’odio, per quei giovani che non trovano un senso nella loro vita e che corrono verso il guadagno effimero, la droga, l’alcool, la menzogna che distrugge la pace interiore”.

Un’altra parola invocata dal vicario apostolico è “verità”: “Guarda alla nostra società, Signore – scrive il presule – che non vede la miseria, né l’ingiustizia, che non si accorge di coloro che piangono e che hanno perso la loro dignità”. La preghiera, allora, è che la verità di Dio “illumini e risvegli i cuori addormentati”. Infine, mons. Schmitthaeusler invoca la misericordia del Padre per “tutti quelli che hanno perso il senso morale, il senso di Dio, e che vivono nelle tenebre del peccato”.

In Cambogia, la Chiesa rappresenta l’1% della popolazione, a fronte del 96% di buddisti. Superati gli anni della dittatura dei Khmer Rossi di Pol Pot, oggi la Chiesa cambogiana registra segnali positivi: a gennaio 2013, ad esempio, il Catechismo della Chiesa cattolica è stato tradotto in lingua cambogiana, divenendo un valido strumento, per tutte le comunità e associazioni di fedeli, per approfondire i contenuti del ‘Credo’ e della dottrina cattolica.

L’iniziativa si è tenuta in occasione dell’Anno della fede, che aveva visto anche la realizzazione del Congresso “Il Concilio Vaticano II e la Chiesa”, organizzato dal vicariato apostolico di Phnom Penh. Ai partecipanti era giunto anche un videomessaggio dell’allora Papa Benedetto XVI, il quale esortava i fedeli cambogiani ad essere “lievito nella massa della società, testimoniando la carità di Cristo verso tutti, intessendo legami di fraternità con i membri delle altre tradizioni religiose e camminando lungo le vie della giustizia e della misericordia”. (I.P.)








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