2014-07-18 12:24:00

Essere differenti: la proposta del 44.mo Giffoni Film Festival


“Be different”, questo il tema che caratterizzerà la 44.ma edizione del Giffoni Film Festival, in programma da oggi al 27 luglio. La differenza viene declinata come ricchezza e come invito ai giovani per migliorare il mondo. La kermesse ha raggiunto livelli d’eccellenza, come testimoniano i numeri: 3500 ragazzi in giuria da 41 nazioni e 160 città italiane; 163 film in gara nelle sei sezioni suddivise per età; 33.700 follower su Twitter e 103.000 preferenze su Facebook. "Un vivo apprezzamento per il pieno successo della manifestazione" giunge anche dal segretario generale della Presidenza della Repubblica a nome di Giorgio Napolitano che pone l’attenzione "sull’importanza fondamentale dello sviluppo di un’identità personale, sollecitando i giovani a riconoscere le peculiari potenzialità di ciascuno, aiutandosi vicendevolmente nell’esternarle e nell’accrescerle in modo costruttivo". Paolo Giacosa ha intervistato Claudio Gubitosi, direttore Artistico del Festival:

R. – Giffoni ha tante anime. Sicuramente Giffoni Experience è un’anima che raccoglie intorno a sé milioni di ragazzi da ogni parte del mondo. Il tema è stato scelto dai social, dai ragazzi. Questa è un’idea condivisa ed è molto bello poterlo fare - da settembre in poi - scegliendo tutto, dando l’opportunità ai ragazzi di poter essere protagonisti di questa idea. Ci sono momenti, secondo me, in cui diventa prioritario interrogarsi sul valore della differenza, un po’ come i genitori che chiedono ai figli di guardare al mondo che li circonda anche da altre angolazioni. Giffoni lo fa, come sempre però a suo modo: cercando di non essere mai invadente, perché questa generazione – schiacciata anche da tante problematiche, preoccupazioni e impegni, da un cielo che spesso diventa sempre grigio - ha nelle mani però il proprio futuro e quindi porta la propria esistenza. La differenza può essere vista in tante espressioni: per esempio non omologarsi in modo così eccessivo ai social; nella capacità di uscire fuori dal limbo del gruppo e della solitudine; nelle enormi potenzialità che ogni ragazzo ha dentro e spesso sono inespresse; nella voglia sempre, comunque ed ovunque di sognare. La differenza, quindi, è la forza della nostra evoluzione, e farlo anche attraverso percorsi dolorosi per se stessi, è un percorso giusto perché può cambiare e donare ricchezze e contenuti anche agli altri.

D. – Il Giffoni è un luogo di incontro: i giurati, il pubblico, gli ospiti, senza dimenticare le piattaforme dei social network...

R. – Una delle più grandi opportunità che ha avuto Giffoni è proprio quella di aver utilizzato e di saper utilizzare bene i social. Il nostro gruppo social è cresciuto enormemente e con loro condividiamo giorno per giorno il loro percorso di vita, li accompagniamo da settembre fino a quando arrivano al Giffoni. I social hanno permesso ai ragazzi anche di potersi conoscere: quando arrivano al Giffoni già si conoscono, ma quando scopriamo che attraverso questo percorso siamo i primi al mondo - proprio per l’interattività nei social - ci crea grande soddisfazione ma anche grande responsabilità. Una generazione incredibile di ragazzi dai 14 ai 25 anni – mi riferiscono solo a coloro che vengono dall’estero – culture, razze, religioni, tutti si incontrano al Giffoni senza nessun tipo di problematica. 

D. – Quali sono le novità di questa 44.ma edizione?

R. – Giffoni quando fa un programma cerca di guardarsi intorno. In che modo? Particolari sollecitazioni le possiamo meglio comprendere durante questi 12 giorni dove 200 mila persone, soprattutto le famiglie, avranno l’opportunità di conoscere i loro figli, di comprenderli, di capirli. Quindi, noi parliamo sempre e comunque di famiglie perché questo è il nostro punto di snodo ed è importante l’opportunità che si crea di vedere tanti film, problematici non c’è dubbio. Quest’anno abbiamo visto più di 3.700 film, ma soltanto 163 sono arrivati al Giffoni. Parlano come sempre di amicizia, di amori tormentati, di diversità ed ancora di più negli ultimi due, tre anni delle differenze economiche e sociali. C’è un parterre di 60 talenti italiani, internazionali che, innanzitutto, vengono al Giffoni senza nemmeno un euro e poi perché hanno la voglia di poter parlare ai ragazzi. Quest’anno è un anno molto interessante in quanto celebriamo e ricordiamo i 30 anni della scomparsa di Francois Truffaut, che ci ha lasciato un testamento che pesa ma che è leggero: “Tra tutti i festival del cinema quello di Giffoni è il più necessario”.

D. – Il Giffoni da sempre è legato al territorio. Quest’anno l’attenzione va anche alla Terra dei Fuochi...

R. – Internazionali per scelta e territoriali per vocazione. Guardandoci intorno come potevamo non tener conto e non essere presenti e solidali con tutti i ragazzi e le famiglie di quella che è stata definita la Terra dei Fuochi! Siamo andati lì, nella chiesa di don Patriciello - quella piazza era gremitissima di persone e di famiglie - per dire alle persone e alle famiglie: “Siamo con voi! Venite al Giffoni!”. Questa è l’unica cosa che possiamo fare: allora manderemo pullman e siamo orgogliosi di stare vicino a don Patriciello e di lottare perché il nostro territorio non venga mai più turbato.








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