2014-07-18 14:29:00

Il Papa scrive ai cristiani di Gaza. Padre Cornioli: grande consolazione


Il Papa ha inviato un messaggio d’incoraggiamento alla comunità cattolica di Gaza e al suo parroco Jorge Hernandez che, insieme a tutta la popolazione della Striscia, stanno affrontando grandi sofferenze a causa dell’escalation dello scontro militare. Ad informare il Pontefice circa le difficili condizioni dei cristiani di Gaza è stato padre Mario Cornioli, parroco di Beit Jala, in Cisgiordania. Ascoltiamolo al microfono da Marco Guerra:

R. – Sì: il Santo Padre ha ricevuto le notizie sulla situazione della nostra comunità cristiana e (giovedì sera, ndr) ha voluto esserci vicino, scrivendo due righe di incoraggiamento, soprattutto assicurando la sua preghiera a padre Jorge, che vive a Gaza e che sostiene proprio fisicamente la piccolissima comunità cristiana. Quando padre Jorge ha ricevuto lo scritto del Papa è stato felicissimo, l’ha comunicato subito a tutti i parrocchiani. Ha dato coraggio e forza non solo alla comunità latina, che comprende 160 persone, ma a tutti i cristiani: anche agli ortodossi. Quindi, padre Jorge ha comunicato a tutti che il Papa è vicino con la preghiera, l’affetto e che non si è dimenticato di loro. Questo ha dato speranza e coraggio a tutti i cristiani che hanno gioito profondamente. Sapere che il Papa li ricorda e prega per loro è una grande consolazione in questi momenti angoscianti, perché Gaza è sotto i bombardamenti, tutto trema. Tutta la notte Gaza è stata bombardata: questa mattina (venerdì, ndr) - ci dicono da Gaza - pare che sia stato usato anche il fosforo bianco … Negli ospedali stanno arrivando tanti feriti, nessuno sa come curarli, non si possono curare … Quindi, la situazione è veramente drammatica. Padre Jorge mi ha detto che stanno anche accogliendo nella scuola della parrocchia – nella scuola del Patriarcato – famiglie che stanno sfollando. Chiediamo al mondo che faccia qualcosa per fermare questo massacro. Soprattutto perché crediamo, come il Papa ci aveva detto, che la preghiera sia l’unica strada possibile per trovare la pace: non ce ne sono altre! Quello che mi dispiace, quello che ci fa pensare, anche, è che dopo la visita del Papa, dopo l’incontro di preghiera in Vaticano, poi è successo quello che è successo: questo vuol dire che ci sono alcuni che hanno avuto paura di questa nuova strada. Allora dobbiamo continuare a pregare, tutti insieme, perché il Signore possa sciogliere i cuori induriti di chi pensa di poter comandare sulle vite degli altri.

D. – Quali sono le notizie che arrivano dalla Striscia di Gaza? Come reagisce la piccola comunità cristiana?

R. – Ho parlato questa mattina (venerdì, ndr) con il padre Jorge, che stava prodigandosi per recuperare acqua e cibo per le famiglie che stanno sfollando e che si stanno accogliendo in parrocchia, nelle scuole del Patriarcato. Padre Jorge ha dovuto aprire le nostre scuole proprio per poter accogliere diverse famiglie, perché i bombardamenti sono sempre più pesanti. Chiediamo davvero a tutti, a chiunque possa fare qualcosa, di fermare questo massacro, perché questo ulteriore spargimento di sangue non servirà a nulla: servirà soltanto a creare ulteriore odio e rabbia. Qui, invece, abbiamo bisogno di pace, di perdono, di riconciliazione...

D. – Nei Territori, qual è la reazione a questa situazione?

R. – La situazione, paradossalmente, è più tranquilla: a Betlemme e a Gerusalemme non c’è nulla. Non vediamo nulla. Se noi non avessimo notizie da fuori o contatti diretti con la comunità cristiana, come padre Jorge, la vita continuerebbe normalmente. Tra l’altro, in questo momento, anche tanti amici che sarebbero dovuti venire in pellegrinaggio ci chiamano perché sono impauriti. Io, da qui approfitto per dire: venite, non fermatevi, perché non c’è nessun problema in Israele e Palestina, invitiamo tutti i pellegrini a continuare a venire, perché anche questo è un grande aiuto, soprattutto per la comunità cristiana.








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