2014-07-21 15:10:00

45 anni fa lo sbarco sulla Luna. Battiston: Marte è la nuova frontiera


“Ciascuno vi pensi a suo modo, purché vi pensi”, così Paolo VI all’indomani dello sbarco sulla Luna, avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 luglio 1969. Parlando nell’udienza generale due giorni dopo la storica sorprendente impresa spaziale, Papa Montini rifletteva sui progressi scientifici che arrivano “a modificare la mentalità umanistica tradizionale”, quindi la nostra vita. Roberta Gisotti ha intervistato Roberto Battiston, presidente dell’Asi-Agenzia spaziale italiana, ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Trento:

D. - Prof. Battiston, lo sbarco sulla Luna ha risposto alle attese della comunità scientifica? Dopo 45 anni quale bilancio delle applicazioni che hanno contribuito al progresso dell’umanità?

R. – Di certo ha rappresentato un passo avanti importantissimo. Le tecnologie che sono state sviluppate in quegli anni hanno portato letteralmente una rivoluzione industriale; pensiamo solo ai microcomputer, agli orologi di precisione, e a tutto quello che oggi sembra banale nei nostri telefonini e che 45 anni fa non esisteva assolutamente. Questo sforzo industriale e tecnologico ha portato ad un progresso così grande che oggi è talmente presente che non ce ne rendiamo conto.

D. - Lo sbarco sulla Luna ha significato anche una rivoluzione nel modo di rapportare l’uomo allo spazio. Lei allora era un bambino. Quali ricordi ha di quella notte e delle sue emozioni?

R. - Chiaramente mi ricordo – come tutti gli italiani – la parole di Tito Stagno quando è atterrato il lander e quando Neil Armstrong ha messo per la prima volta piede sulla Luna. Quell’immagine ha riempito l’immaginazione e la fantasia di un numero grandissimo di persone, di bambini di allora, alcuni dei quali si sono dedicati a continuare questo sogno nello sviluppo delle attività  spaziali. Oggi lo spazio coinvolge a livello mondiale centinaia di migliaia di persone e rilevanti interessi: attività legate alle telecomunicazioni, all’osservazione alla Terra, allo studio dell’Universo e all’esplorazione planetaria, impensabili 45 anni fa. Questo è il progresso: ci si pone degli obiettivi ambiziosi ed una volta raggiunti ci si accorge di avere scatenato una serie di fattori positivi che portano l’intera umanità a fare dei passi avanti davvero rilevanti.

D. - Dopo la Luna oggi si guarda a Marte, ma non si prevede lo sbarco dell’uomo ...

R. - In realtà questo sarebbe il grande sogno. Le difficoltà che ci aspettano sono molto grandi. Lo spazio non è un ambiente favorevole all’uomo: l’uomo vive benissimo sul pianeta Terra, la sua grande astronave. Ma, se vuole staccarsene per andare ad esplorare altri satelliti o pianeti deve armarsi di tutta la sua capacità tecnologica per proteggersi. Marte richiede un viaggio tra andare e tornare più un periodo di esplorazione del pianeta che probabilmente raggiunge e supera i due anni. Non abbiamo esperienza di periodi così lunghi nello spazio. L’affidabilità, la complessità dei sistemi e il grado di sicurezza che dobbiamo assicurare agli astronauti che facessero una missione del genere richiedono ancora molta ricerca e molto sviluppo. Ecco perché Marte è sempre a 30 anni da oggi, dove il tempo passa, ma Marte è sempre lontano. Bisogna però riconoscere che si stanno mettendo in moto degli interessi e delle capacità tecnologiche esecutive straordinarie, che probabilmente potrebbero ridurre questi tempi. Ci sono Paesi come la Cina, che ha un piano spaziale molto ambizioso, ma anche nuovi Paesi come gli Emirati Arabi, per non parlare dell’India o del Giappone che stanno spingendo molto nella direzione dell’esplorazione planetaria del sistema solare. Potrebbero questi nuovi soggetti – se coordinati opportunamente – portare ad una riduzione dei tempi per poter fare un viaggio sul Pianeta rosso. Certamente è la nostra nuova frontiera. L’uomo non smetterà mai di sognare e Marte è il sogno di oggi.








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