2014-07-23 11:51:00

Siria: colpito da un missile il convento francescano di Yacoubieh


La sera del 20 luglio scorso un missile lanciato da un aereo ha colpito il convento francescano di Yacoubieh, un villaggio poco distante dai confini con la Turchia, situato nella vallata del fiume Oronte, nella Siria nord occidentale. L’edificio dei frati minori della Custodia di Terra Santa ha subito danni molto gravi ma per fortuna non ci sono state vittime.

Lo ha riferito il Custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, aggiungendo che “padre Dhiya Azziz è rimasto quasi incolume. Ha riportato solo qualche ferita alla testa. Provvidenzialmente non era nella sua stanza, che è andata completamente distrutta. Preghiamo per padre Dhiya, - ha aggiunto - per la gente di Yacoubieh e Knaieh, per padre Hanna e per la pace in Siria e in tutto il Medio Oriente infuocato.”

La notizia è stata pubblicata ieri sulla rivista online della Custodia di Terra Sancta, terrasanta.net, accompagnata da alcune immagini di ciò che rimane del Convento e da alcune testimonianze di piccoli atti di solidarietà e amicizia compiuti da credenti di fede diverse, che continuano a ripetersi nonostante il grande disorientamento creato dal conflitto che dura ormai da tre anni.

A Yacoubieh si trova anche uno dei 4 Centri di accoglienza creati dalla Custodia di Terra Sancta che ogni giorno ospita circa 200 persone e provvede alle esigenze di altre 4000. Padre Azziz è uno dei frati rimasti in Siria ad aiutare la popolazione, non solo cristiana, a resistere, a non lasciare le proprie case.

“La Siria è un Paese devastato, non esiste più nulla, la gente è allo stremo delle forze – ha dichiarato fra Simon Herro, responsabile della Regione San Paolo per la Custodia di Terra Santa. “Un mese fa è caduto un mortaio sulla testa di un bambino di 5 anni, che veniva al nostro catechismo. Le scuole funzionano pochissimo e diverse zone tra cui Aleppo sono ormai senza acqua da settimane. Per fortuna il nostro Convento possiede 4 pozzi e quindi siamo in grado di fornire acqua alla popolazione. Noi frati vogliamo restare, nonostante gli spostamenti siano sempre più pericolosi. La settimana scorsa un nostro giovane frate è rimasto vivo per miracolo. Un mortaio gli è caduto molto vicino ma per fortuna non è esploso. Dobbiamo rimanere perché essendo in questa terra da prima che il conflitto iniziasse siamo in grado di far arrivare gli aiuti direttamente alla popolazione. Operiamo dai Conventi e dai Centri di accoglienza che abbiamo creato grazie alle donazioni che ci arrivano dall’Occidente attraverso l’Associazione pro Terra Sancta. Senza questi aiuti la popolazione non potrebbe riuscire a sopravvivere”. (I.P.)








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