2014-07-23 15:50:00

Cinema. Settimana della critica, protagonista la donna


Presentata a Roma la 29.ma Settimana internazionale della critica, che mostrerà i suoi film, selezionati con grande rigore e passione, nell’ambito del prossimo Festival del Cinema di Venezia. Sono opere prime provenienti da tutto il mondo di giovani registi e registe che sicuramente appassioneranno il pubblico, riservando commozione e sorprese. Il servizio di Luca Pellegrini:

Lo sguardo della Settimana della Critica non è soltanto quello dei critici che scelgono i film da tutto il mondo – soltanto opere prime – per portarli alla Mostra veneziana. Quest’anno è anche lo sguardo di quel cinema che si fa critico nei confronti della realtà che ci circonda, dei sentimenti che esplora, storie che sono per lo più drammatiche, noir, ma caratterizzate da una forte dimensione autoriale e da uno stile assolutamente originale. Dall’Iran alla Serbia, dalla Francia alla sorprendente opera di un giovane tedesco ventinovenne, la Settimana non delude mai chi cerca nel cinema le ragioni stesse della sua esistenza, del suo fascino e anche del suo successo. Nel film della selezione la figura della donna – madri, vedove, ragazze – è la protagonista principale, cosi come lo sono i bambini, purtroppo nelle situazioni più estreme. Anna Maria Pasetti, che fa parte del gruppo dei cinque selezionatori, racconta questa esperienza:

R. – É stata una bella sorpresa trovare e poter scegliere delle pellicole che no solo abbiano come protagoniste delle donne ma che siano donne che esprimano un certo tipo di coraggio, che fanno delle scelte forti, importanti, che spesso si trovano in condizioni di gravidanza che le porta poi verso dei territori, percorsi di vita, che non avrebbero mai immaginato. Queste condizioni coinvolgono anche le persone che si trovano con loro. Poi si sono trovati dei film che guardano, anzi adottano lo sguardo del bambino. Nei nostri nove film presi in selezione, sette dei quali in concorso e due come eventi speciali fuori concorso, abbiamo due bambini protagonisti. Diversi hanno delle coppie, quindi la donna è in ogni caso presente e due film sono diretti da registe donne: uno viene dal Vietnam e l’altro dalla Palestina, quindi due territori forse non così tanto conosciuti dal punto di vista cinematografico. Ricordiamo che sono tutte opere prime”.

D. – Vi ha sorpreso l’unico film italiano in concorso, ma ambientato a Buenos Aires, dedicato a una figura straordinaria e leggendaria della danza argentina, Maria Fux…

R. – Si intitola “Dancing with Maria” (“Ballando con Maria”). Maria è una donna straordinaria di 93 anni, russa, emigrata in Argentina ma considerata ormai argentina, vive a Buenos Aires. È una danzatrice che fin dall’inizio della sua carriera ha adottato una etica e un’estetica della danza totalmente diverse da quelle che erano in vigore all’epoca. Maria nella sua libertà assoluta ha anche dato via a quella che possiamo considerare la “danzaterapia”. Nel documentario, molto bello, girato dal friulano Ivan Gergolet, la vediamo che impartisce lezioni con una grazia, una determinazione, una lungimiranza a persone che vengono da tutto il mondo, di tutte le età e soprattutto in qualunque tipo di situazione psicofisica immaginabile. Questo è un film di cui ci siamo letteralmente innamorati e ci auguriamo possa arrivare nelle sale perché non è il classico documentario informativo, ma è qualcosa che ha a che fare con il cinema nel migliore senso del termine.








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