2014-07-23 15:22:00

Messico, migranti. P. Rigoni: Papa ci ha portati da periferia a centro


Il governatore del Texas, Rick Perry, ha inviato mille uomini della Guardia nazionale al confine con il Messico per fare fronte all'emergenza immigrazione. Perry chiede da tempo che l'amministrazione Obama agisca per fermare gli immigrati illegali. Proprio per affrontare la crisi umanitaria legata all’aumento del flusso di minori migranti non accompagnati dall'America centrale verso gli Usa, si è svolto nei giorni scorsi a Città del Messico un seminario voluto dal governo locale e dalla Santa Sede, a cui ha partecipato il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin. Fabio Colagrande ha intervistato padre Florenzo Maria Rigoni, scalabriniano, direttore della Casa del Migrante a Tapachula nel Chiapas, che ha preso parte all'incontro:

R. – E’ stato un evento importante, perché il governo messicano da oltre 100 anni è un governo fondamentalmente laico. Le relazioni con il Vaticano sono state allacciate solo nel 1994. E’ stato un incontro ad alto livello tra Chiesa e Stato, e direi che tutti quelli del governo che hanno partecipato hanno riconosciuto il contributo che la Chiesa può portare alla società civile, sulla base del principio di sussidiarietà, aprendo sul drammatico tema delle migrazioni un cammino che per loro era chiuso. Questo voglio sottolinearlo perché il segretario di Stato, che tutta l’assemblea si aspettava facesse un saluto, ha fatto veramente una conferenza magistrale – come la chiamano – ed è stato lui veramente il vero “keynote speaker”: ha aperto l’orizzonte, direi che ha portato la compassione del Cristo personificata del Papa dentro la politica e ne ha fatto un elemento sociale, quello che in genere si considera solamente una dimensione evangelica.

D. – Nei primi sei mesi del 2014, 52 mila minori migranti illegali sono stati fermati dalla polizia statunitense al confine con il Messico. Ma quanto si tratta di un’emergenza? Quanto si tratta di una novità?

R. – Dobbiamo dirlo chiaramente: non è novità. Nel 2007, gli Stati Uniti – attraverso la Border Patrol, che è la polizia di frontiera – ha consegnato al Messico 48 mila minori. Recentemente, c’è stata una campagna da parte della criminalità organizzata che stava perdendo ormai parte del guadagno. Hanno messo in giro la voce – errata e falsa – che i bambini che fossero arrivati senza documenti ma soli, sarebbero stati accolti negli Stati Uniti. E’ scoppiato il caso perché, sì, noi l’abbiamo visto qui: l’aumento della migrazione ha avuto quest’anno, nei primi sei mesi, un balzo del 120%. E adesso, da un mese, è sceso ai livelli normali. Poi, c’è l’altro elemento: gli Stati Uniti devono prendere in considerazione che tutto ciò è il risultato della non-politica migratoria degli Stati Uniti, questo ping-pong tra democratici e repubblicani…

D. – Papa Francesco, nel messaggio inviato al seminario di Città del Messico, chiede accoglienza e protezione per questi minori…

R. – In 30 anni di attività, dopo la prima Casa del migrante Scalabrini a Tijuana, la Chiesa ha aperto al giorno d’oggi 58 di quelle che io chiamo “Case Betania”. Purtroppo, c’è una frontiera di cui nessuno parla, ed è la famosa frontiera verticale, quella che accompagna il cammino da sud a nord di tutti questi migranti. Questa frontiera verticale corre il rischio di trasformarsi in un calvario e di cancellare questa mano tesa di 58 Case. Papa Francesco – Dio mi perdoni se forse vado troppo in là – almeno qui in Messico, da parte del governo, prima di essere ascoltato come uomo di Chiesa, è stato accolto come uomo della gente. Noi, con lui, ci siamo sentiti passare dalla periferia al centro. Di nuovo, un missionario di frontiera, il curato di campagna ha alzato la testa e ha sentito di essere al posto giusto. E, d’altra parte, non possiamo dimenticare la grande tradizione degli ultimi Papi qui, in Messico, e Papa Francesco è già atteso come un uomo nostro, un uomo della gente. E, soprattutto, un uomo di Dio.








All the contents on this site are copyrighted ©.