2014-07-26 15:03:00

Combattimenti in Ucraina, Ue amplia sanzioni contro la Russia


Proseguono i violenti combattimenti a Lugansk, capitale dell'autoproclamata Repubblica secessionista dell’Ucraina orientale. Un bombardamento di artiglieria di Kiev ha causato al morte di almeno 9 persone, 19 secondo le autorità locali, mentre l'offensiva dei separatisti ha causato la morte di 4 soldati, secondo i media ucraini. I ribelli, citati da Interfax, affermano invece di aver ucciso "almeno 20 soldati".

Intanto, l'Unione Europea ha ampliato le sanzioni  già adottate nei confronti della Russia per il suo coinvolgimento nel conflitto in Ucraina, prendendo di mira i responsabili dei vertici dell'intelligence di Mosca. Sono 33 nuovi soggetti a cui verrà applicato il congelamento dei beni e il divieto di viaggio sul territorio comunitario. E proprio su questo fronte ieri il vice presidente Usa, Joe Biden, ha avuto un colloquio telefonico con il presidente dell'Ucraina, Petro Poroshenko, durante il quale ha ribadito la scelta di coordinarsi con l'Unione europea e il G7 per imporre ulteriori sanzioni alla Russia per le sue azioni  contro l’ Ucraina. E immediata la reazione della Russia che ha definito "irresponsabili" queste nuove sanzioni "Simili decisioni saranno accolte con entusiasmo dai leader del terrorismo internazionale". Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri russo secondo cui l'Ue ha così "messo a rischio la cooperazione internazionale sulla sicurezza".

Intanto giovedì prossimo, la Rada suprema, il parlamento ucraino, si riunirà in una seduta speciale dedicata alla crisi di governo apertasi dopo le dimissioni rassegnate due giorni fa dal premier, Arseniy Yatzeniuk , sulla scia della dissoluzione della maggioranza che lo sosteneva. Lo ha annunciato il presidente dell'assemblea, Oleksandr Turchynov, sulla base dell'accordo raggiunto dai capigruppo dei diversi partiti. Infatti, la rinuncia del primo ministro non è stata mai ratificata dal parlamento e lo stesso presidente Poroshenko ieri ha ribadito la fiducia al suo primo ministro, in caso di elezioni legislative anticipate.

Sulla situazione, Marina Tomarro ha chiesto un commento a Franco Teti ,esperto di politica dell’ Europa orientale:

R. – In questo momento, le dimissioni di Yatzeniuk ufficialmente avvengono in quanto il parlamento non ha adottato una legge che aumenta di molto gli stanziamenti per le spese militari. In realtà, quello che deve fare passare è una serie di provvedimenti durissimi, soprattutto nei confronti della popolazione, per venire a soddisfare le richieste del Fondo monetario internazionale, che dovrebbe invece erogare un finanziamento molto importante, pari a 17 miliardi di dollari. Questo, però, contempla una serie di provvedimenti che vanno da un taglio fortissimo alla spesa sociale, quindi alla riduzione del budget per tutto ciò che concerne gli ospedali e le scuole pubbliche, e quindi non si vorrebbe assumere queste responsabilità.

D. – Attualmente, gli scontri si sono spostati più verso i confini: questo cosa vuol dire? Che ci sono sviluppi per un’apertura, oppure uno stallo legato alle armi?

R. – In realtà, è diminuito un poco di intensità nell’ultimo periodo, ma nelle ultime tre settimane c’è stato proprio un intervento massiccio con centinaia di morti, non solo tra gli indipendentisti ma tra la popolazione civile. Una parte degli indipendentisti è stata costretta a ripiegare per cui ci sono, in alcune zone di confine, operazioni militari durissime che hanno portato più volte anche a colpire in territorio russo da parte degli ucraini. Gli scontri, comunque, sono in atto, l’intensità è un po' diminuita. Sicuramente, l’enfasi viene posta adesso sulle indagini relative all’abbattimento dell’aereo malaysiano.

D. – L’Unione Europea ha inasprito le sanzioni verso la Russia. Secondo lei, tutto questo a cosa porterà?

R. – Le sanzioni contro la Russia da parte dell’Unione Europea potrebbero portare a un danno per la Russia, ma a un danno più grande per l’Europa che comunque, oltre a ricevere il gas, lo ripaga in parte grazie a grandi commesse che riceve. Quindi, sicuramente noi siamo molto più esposti rispetto agli Stati Uniti, per i quali è comunque abbastanza marginale. Comunque, è impossibile e impensabile riuscire a uscire da questa crisi, senza coinvolgere la Russia accanto all’Unione Europea e accanto all’Ucraina.








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