2014-07-26 09:15:00

Vescovi africani celebrano la prima “Giornata del Secam"


Il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam) festeggia quest’anno il suo 45° anniversario. L’associazione, che riunisce oggi 37 conferenze episcopali nazionali e 8 conferenze regionali africane, fu infatti istituita nel 1969 e inaugurata da Paolo VI nel luglio di quell’anno, in occasione della sua visita pastorale in Uganda, la prima di un papa nel Continente Nero.

Per commemorare quello storico evento i vescovi africani hanno deciso di istituire una Giornata speciale che sarà celebrata ogni anno nell’ultima domenica di luglio. La prima edizione si terrà quindi domani, domenica, 27 luglio. La “Giornata del Secam”– spiega una nota - sarà un’occasione per fare conoscere ai fedeli africani la storia, l’organizzazione e la missione dell’associazione, ma anche “per pregare per la Chiesa Universale e in particolare per la Chiesa in Africa”.

L’idea di creare una struttura continentale capace di promuovere una visione comune della missione della Chiesa in Africa, era maturata subito dopo il Concilio Vaticano II, quando i vescovi africani espressero la volontà di agire in comunione, superando le loro differenze linguistiche, storiche e culturali. La missione specifica del Secam è quindi di preservare e promuovere la comunione fraterna e la cooperazione delle Conferenze episcopali africane, segnatamente nel campo dell’evangelizzazione, della giustizia e la pace e del dialogo ecumenico e interreligioso.

Particolare rilevanza nell’organizzazione del Simposio ha il dipartimento per l’evangelizzazione, i cui compiti comprendono, oltre al primo annuncio del Vangelo ai popoli che non lo conoscono e il sostegno della fede dei fedeli africani, il dialogo con le Chiese cristiane e le altre confessioni religiose; la formazione degli agenti pastorali; il coordinamento degli istituti di formazione e la promozione di consultazioni e azioni congiunte per affrontare le sfide pastorali del comuni nella Chiesa-Famiglia in Africa. (A cura di Lisa Zengarini)








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