2014-07-26 09:00:00

Vescovi britannici: in Iraq commessi crimini contro l’umanità


In Iraq, “la profanazione dei luoghi sacri di Mosul ed i tentativi sistematici di cambiare il paesaggio culturale e religioso di questa antica città sono crimini contro l'umanità”: è quanto scrive mons. Declan Lang, presidente della Sezione Affari internazionali della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles. In una nota, il presule condanna “nei termini più forti possibili” l’ultimatum lanciato dallo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) alla popolazione cristiana di Mosul, affinché “si converta, paghi una tassa religiosa o lasci la città”.

Ribadendo, quindi, che “questa minaccia per i cittadini iracheni è un peccato contro Dio e una violazione contro la vita”, mons. Lang invita a “non dimenticare che i cristiani hanno vissuto e dato testimonianza nel Paese per quasi due millenni”. Di qui, l’invito al governo britannico ed alle organizzazioni religiose e secolari del Regno Unito affinché “proteggano e forniscano garanzie a lungo termine per le comunità irachene, che tanto hanno sofferto”.

Citando, inoltre, l’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il presule esorta a tutelare “il diritto fondamentale di ogni individuo a praticare la religione in base alla propria scelta”, tanto più che anche “il Corano afferma chiaramente che non ci sarà alcuna costrizione nella religione”. “Le atrocità commesse contro i cristiani a Mosul – conclude quindi mons. Lang – e le condizioni impossibili imposte dal cosiddetto gruppo militante Isis contro uomini, donne e bambini innocenti sono intollerabili e inaccettabili”. (I.P.)








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