L’imposizione di un embargo totale e effettivo sulle armi in Siria e la ripresa di un negoziato politico con tutte le parti in conflitto sotto l’egida dell’Onu: sono queste le uniche strade per fermare la “tragedia della guerra e le terribili sofferenze del popolo siriano”. E’ il nuovo pressante appello di Pax Christi International che torna a denunciare le responsabilità della comunità internazionale e di alcuni governi, in particolare, in quella che è diventata una vera e propria “guerra per procura”.
Nonostante l’embargo imposto dall’Unione Europea, infatti, le armi non hanno mai cessato di arrivare in Siria, mentre i veti incrociati al Consiglio di Sicurezza hanno sinora impedito di trovare una soluzione politica al conflitto, che dal 2011 ha causato oltre 160mila morti, 600mila feriti, oltre alla fuga di metà della popolazione siriana.
Di qui il pressante appello alla comunità internazionale ad intervenire per bloccare la vendita di armi nel Paese e a promuovere la ripresa immediata dei negoziati tra tutte le parti con il coinvolgimento della società civile. In questo senso Pax Christi saluta positivamente la nomina di Staffan de Mistura a nuovo Inviato speciale dell’Onu per la crisi siriana.
Per il movimento cattolico resta inoltre prioritaria la protezione dei civili siriani
e la distribuzione degli aiuti umanitari, come stabilito dalle Risoluzioni 2139 e
2165 del Consiglio di Sicurezza. A questo proposito essa esorta i Paesi europei ad
accogliere i rifugiati siriani: “La comunità internazionale - soprattutto le economie
ricche – hanno il dovere di prendersi interamente carico dei costi dell’emergenza
umanitaria generata da questa guerra”, si legge nella nota che conclude con il pressante
invito rivolto da Papa Francesco il giorno di Pasqua ad avere “l'audacia di negoziare
la pace, ormai da troppo tempo attesa!”
(L.Z.)
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