2014-08-01 08:53:00

Colombia. Appello della Chiesa: non fermare il processo di pace nel Paese


“L’escalation di violenza deve essere risolta senza allontanarsi dal cammino per la pace”. Queste le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa da mons. Augusto Castro Quiroga, presidente della Conferenza episcopale colombiana, in merito all’intensificarsi degli attacchi rivendicati dalle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) e che hanno innescato nuove critiche ai colloqui di pace in corso all’Avana.

Le Farc sono responsabili del blackout che lunedì scorso ha fatto calare il buio sul porto di Buenaventura, il primo scalo marittimo commerciale del Paese, lasciando senza energia elettrica i suoi 400mila abitanti. Si è trattato del secondo attacco in pochi giorni; il primo era avvenuto in precedenza nel dipartimento di Meta ed aveva lasciato circa 600mila persone senza acqua potabile. Il presidente colombiano, Juan Manuel Santos, ha ammonito duramente le Farc, sottolineando che azioni di questo tipo mettono a rischio i colloqui di pace. “Se continuate così, il processo potrebbe concludersi” ha affermato Santos.

Parole respinte da mons. Quiroga, il quale ribadisce che gli ultimi avvenimenti non devono mettere fine al cammino verso la riconciliazione. Il presule si è poi rivolto direttamente alle Farc, ma anche all’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), chiedendo ad entrambi di non mettere in atto simili dimostrazioni di forza, poiché il Paese cerca la pace attraverso il dialogo.

Proprio la settimana scorsa, il presidente dei vescovi colombiani si è incontrato, all’Avana, con le delegazioni del governo e delle Farc per portare avanti il dialogo di pace. Recentemente, infatti, la Chiesa colombiana si è detta disponibile ad assistere le parti in causa nell’opera di individuazione delle vittime e nell’elaborazione dei criteri per eventuali risarcimenti. Le vittime – la cui individuazione sarà completata entro il 6 agosto - formeranno, poi, una delegazione che sarà presente al tavolo dei negoziati in programma all’Avana il 16 agosto, alla presenza di esponenti del movimento rivoluzionario, dello Stato e di paramilitari (C.G.).








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