2014-08-01 14:52:00

Portogallo: Banco Espirito Santo, crollo record in borsa


Le azioni di Banco Espirito Santo ieri hanno perso il 50% dopo essere state riammesse alle contrattazioni sulla piazza di Lisbona. Il "rosso" più elevato di tutta la storia del Paese è legato all'esposizione al debito della holding familiare Espirito Santo, e ha portato la Banca centrale lusitana a sospendere sia i diritti di voto delle azioni appartenenti alla controllante, sia dall'incarico i "risk manager", i supervisori e i funzionari dell'audit della banca portoghese, ritenuti responsabili di condotte illegali che potrebbero aver contribuito alle enormi perdite dell'istituto. Marina Tomarro ha chiesto un commento all’economista Alberto Quadrio Curzio:

R. - Certamente la situazione è molto grave, perché il bilancio del primo semestre è emerso con un rosso - cioè in negativo - record di 3,57 miliardi di euro, che per una banca di quelle dimensioni è una perdita gigantesca. Ma naturalmente, poiché il sistema bancario è, in Europa come altrove, un sistema fortemente integrato, ci sono state delle ripercussioni anche sui titoli bancari degli altri Paesi. Adesso, bisognerà vedere come questa crisi bancaria portoghese si ripercuoterà sia sulla situazione economica più generale del Portogallo, sia eventualmente sulla situazione di altri Paesi dell’Europa continentale.

D. - Si è parlato anche dell’ipotesi di un prelievo forzoso sui conti correnti: tutto questo creerebbe un precedente? C’è stato Cipro, come esempio…

R. - Bisognerà vedere come le autorità monetarie del Portogallo in consultazione con la Banca centrale europea gestiranno questa crisi. Bisognerà anche vedere quelle che sono le obbligazioni subordinate e, al limite, anche una situazione sui conti correnti. Dobbiamo attendere… Speriamo che si possa uscire da questa situazione eventualmente con qualche processo di acquisizione e di fusione da parte di banche più grandi e più forti, che sarebbe poi la soluzione meno traumatica e meno onerosa.

D. - Questa banca non è l’unica traballante, in Europa ce ne sono diverse. La Bce finora ha sempre coperto, ma fino a quando può funzionare un sistema del genere, secondo lei?

R. - Diciamo che la situazione delle banche europee è molto variegata. Se io dovessi parlare, per esempio, del sistema bancario italiano, ritengo che sia uno dei sistemi bancari più solidi d’Europa e questo per due ragioni: uno, perché la Banca d’Italia è sempre stata molto attenta - ciò non toglie che alcune crisi ci siano state, ma come sappiamo sono state controllate e alla fine risolte. La seconda ragione è che le banche italiane non hanno fatto, in generale, operazioni speculative pericolose su mercati lontani dove non avevano competenze. La Bce eserciterà una funzione di governo alla distanza di questa situazione, tanto perché il sistema unificato europeo, di vigilanza europeo, non c’è ancora e - in secondo luogo - perché toccherà all’autorità monetaria internazionale gestire la crisi. Certo, se la Bce dà delle indicazioni specifiche, è chiaro che è molto difficile oggi sottrarsi da queste indicazioni. Oltretutto non sarebbe opportuno, perché la Bce ha una credibilità ben maggiore della Banca centrale portoghese. Credo comunque che il fatto che ci sia la Bce sia un grande vantaggio anche per crisi bancarie come questa.








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