2014-08-03 10:29:00

“Papa Francesco e le donne“: un libro sulla “questione femminile“ nella Chiesa


Le religiose cattoliche nel mondo sono oltre 700 mila, mentre i religiosi - esclusi i sacerdoti – sono circa 55 mila. I vescovi sono oltre 5.100 e i sacerdoti più di 414.000. Sono alcuni dei dati, arricchiti da riflessioni e testi in cui il Pontefice si è soffermato sulla “questione femminile” nella Chiesa cattolica, al centro del libro “Papa Francesco e le donne”, scritto dalle storiche e giornaliste Lucetta Scaraffia e Giulia Galeotti. Su questo tema Giada Aquilino ha intervistato Lucetta Scaraffia:

R. – E’ un tema che sta emergendo con molta forza, perché da una parte c’è il Papa che dice delle cose forti e nuove sulle donne e dall’altra i cambiamenti che invece vengono realizzati sono ancora molto modesti. Quindi in questa – diciamo – discrepanza, nascono molto domande. Molti si domandano: “Qual è il reale atteggiamento di Papa Francesco nei confronti delle donne?”. Noi abbiamo cercato di rispondere pretendendo in esame i documenti e tutte le frasi che Papa Francesco ha detto sulle donne, che sono tante, sparse in tanti documenti. Non c’è mai stato un discorso compatto sulle donne: sono più che altro frasi dette qua e là. E poi, invece, abbiamo cercato di inserire questo suo atteggiamento dentro la storia della Chiesa e in particolare dentro la storia degli ultimi papati.

D. – Il Papa invita a fare una profonda teologia della donna. Cosa significa?

R. – Significa che non pensa che la situazione che c’è oggi nell’emarginazione delle donne nella Chiesa possa essere risolta semplicemente – diciamo – dando più potere alle donne, allargando a loro dei ruoli decisionali, perché questo sarebbe semplicemente - in qualche modo – un adeguarsi a quello che già avviene nella società laica. Invece il Papa pensa che se questo avvenga, debba avvenire all’interno di una riflessione più profonda, che coinvolga la tradizione della Chiesa, in cui c’è una forte presenza delle donne - nei Vangeli la presenza delle donne è fondamentale – nel riconoscere qualcosa che la Chiesa, la storia della Chiesa ha dimenticato e cioè che la Chiesa è fatta di donne e di uomini e che le donne sono state considerate da Gesù pari agli uomini.

D. – Lei scrive che il pensiero del Pontefice denuncia la condizione di subalternità in cui si trovano oggi le donne nella Chiesa. Qual è nello specifico?

R. – In tutte le riunioni in cui si decide il futuro della Chiesa non si sente la voce di una donna. E questo anche se le donne costituiscono il 60 per cento di tutti i religiosi e il clero. Quindi le donne sono una parte veramente importante della Chiesa: lavorano nella Chiesa, si sacrificano per la Chiesa e sono quelle che tengono in piedi la Chiesa in moltissime situazioni. Poi ci sono le donne laiche che sono anche molto importanti. Poi a questo si aggiunge poi il fatto che le donne non stanno in nessun organismo decisionale, come i Pontifici Consigli: a ruoli alti ce ne sono abbastanza, adesso tante, ma in ruoli molto subalterni.

D. – La Lettera apostolica “Mulieris Dignitatem” di San Giovanni Paolo II è stata definita da Papa Francesco come un documento storico, il primo del magistero pontificio dedicato interamente al tema delle donne. Lei scrive che ha fornito “una piattaforma teorica al femminismo cattolico”: cosa significa e, secondo lei, servirebbero altri documenti del genere? Lei scrive che “finora è stata scarsamente attuata”…

R. – Penso che forse basta anche quella, però dovrebbe essere attuata! Giovanni Paolo II ha detto che gli esseri umani sono divisi in uomini e donne. Le donne devono essere ugualmente rispettate; a loro devono essere state date uguali possibilità all’interno della Chiesa ed è necessaria questa differenza. Insiste molto sulla necessaria complementarietà fra donne e uomini e che quindi anche il clero, il sacerdote, ha bisogno delle donne per costruire una Chiesa.

D. – Parliamo delle donne cristiane perseguitate, cacciate dalle loro case, come ad esempio in questi giorni in Iraq, ma anche violentate, uccise… Cosa rappresentano per la Chiesa?

R. – In questi Paesi, dove le donne non sono rispettate, dove le donne sono violentate, dove sono trattate come oggetti, dove non possono scegliere la loro vita, la Chiesa rappresenta per loro un’occasione: un’occasione di risorgere, di essere rispettate, di essere considerate uguali agli uomini. Quindi in questi Paesi la Chiesa svolge un ruolo di emancipazione delle donne importantissimo e imprescindibile e, in gran parte, lo svolgono proprio le suore, le missionarie che le aiutano, in queste condizioni drammatiche, a ritrovare la loro dignità, a studiare e a trovare un lavoro. Lì la Chiesa svolge un ruolo - diciamo così - femminista molto forte.








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