2014-08-04 14:44:00

"Nazionale" di calcio vaticana sfida vecchie glorie del Borussia M.


La rappresentativa di calcio della Città del Vaticano, composta tra gli altri da giocatori della Dirtel (Poste Vaticane) e dalla Gendarmeria Vaticana – e con la partecipazione per la prima volta di due giocatori provenienti dalla Segreteria di Stato e tre dalla Guardia Svizzera Pontificia, voleranno il 9 e 10 agosto in Germania, per una partita amichevole con il Borussia Monchengladbach. La partita tra la Rappresentativa vaticana e la “Hacki Wimmer 6 Friends” (le vecchie glorie del Borussia, guidate da Hacki Wimmer, già campione mondiale nel 1974 con la nazionale tedesca), si giocherà domenica 10 agosto alle 13 a Monchengladbach, nel glorioso stadio del Borussia. La delegazione vaticana, guidata, tra gli altri, da mons. Markus Heinz, uno degli organizzatori, Domenico Ruggero, coordinatore del calcio in Vaticano, Gianfranco Guadagnoli, allenatore della “Nazionale” vaticana e da Paolo Rotundi, dirigente accompagnatore, arriverà sabato mattina in aereo a Francoforte e sarà ospite della società tedesca. L’iniziativa di beneficenza, avviata dal Papa emerito Benedetto XVI è stata confermata da Papa Francesco. Luca Collodi ne ha parlato con un altro degli organizzatori, mons. Guillermo Karcher, della Segreteria di Stato:

R. – È un’iniziativa che è nata nel 2011. A suo tempo, infatti, fu accettata da Benedetto XVI. Ecco il bello: la continuità. Quando  Papa Francesco l’ha saputo, non ha fatto che plaudire a questa iniziativa. Conosciamo il suo spirito sportivo. Vorrei sottolineare proprio questa continuità: i due Papi, hanno visto in modo chiaro l’importanza dello sport. Poi, c’è la gioia di sapere che il Vaticano sarà presente nei suoi diversi uffici e dicasteri – parliamo addirittura della Gendarmeria Vaticana, della Guardia Svizzera pontificia, della Segreteria di Stato. Una squadra composta da tanti giocatori eccellenti, che rappresentano il mondo vaticano.

D. – Si può parlare ufficialmente di una rappresentativa dello Stato della Città del Vaticano?

R. – Dello Stato e non solo. Per questo motivo, ho detto Segreteria di Stato e Guardia Svizzera. Quindi, va oltre lo Stato Vaticano. Ma chiamiamola pure la squadra del Vaticano.

D. – Mons. Karcher, dobbiamo però sottolineare come il calcio in Vaticano sia amatoriale, un momento importante di valori e divertimento…

R. – Assolutamente. Questo è lo spirito che regna in questi incontri. Penso che il Vaticano offra un’iniziativa sana: non c’è solo il lavoro, per chi è impiegato nello Stato vaticano,  ma anche un momento di incontro con altre persone, non solo del Vaticano e dell’Italia ma, come in questo caso, con il mondo tedesco, con il grande Borussia Mönchengladbach.

D. – Qual è il valore aggiunto dello sport per la Chiesa?

R. – Diciamo che è un momento di aggregazione. Poi, sappiamo che lo sport quando viene praticato con lo spirito giusto diventa una scuola per la disciplina, per il rispetto per chi gioca, con me o contro di me nella squadra dei rivali. Questi sono tutti valori molto evangelici, perché promuovono la crescita della persona, il rispetto per l’altro. Inoltre, lo spirito di gruppo è molto importante per la vita e per lo sviluppo della persona.

D. – Lo sport è importante anche sul piano sociale: per il primo settembre è previsto a Roma un altro appuntamento sportivo, con il Vaticano protagonista nella partita interreligiosa per la pace a sostegno, tra l’altro, dei bambini in Argentina...

R. – Mi ha anticipato. Volevo invitare a seguirla giustamente, visto che siamo qui, perché è un’iniziativa alla quale il Santo Padre tiene particolarmente. Lui è promotore della pace e vede nello sport, in questo incontro che si terrà allo Stadio Olimpico di Roma il primo settembre – al quale stanno aderendo i grandi giocatori di tutte le squadre del mondo – un momento per promuovere l’obiettivo della pace. Vi invito a partecipare a questo incontro di calcio, che sarà importante soprattutto perché voluto dal Papa.








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