2014-08-07 13:06:00

Il card. Scola: cristiani perseguitati tra il disinteresse generale


Questa sera alle 21 la Diocesi di Milano organizza a Milano e a Desio una veglia di preghiera per la pace in Terra Santa; a promuoverla i gruppi giovanili. In un messaggio per l’occasione, il cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola ha invitato i giovani ad estendere la preghiera alle “migliaia di cristiani che nel mondo subiscono persecuzione tra il disinteresse generale”. Come sta accadendo in Iraq, afferma il porporato: “In troppi Paesi professare la fede in Gesù Cristo significa mettere a repentaglio la vita, quella della propria famiglia e condannarsi ad essere considerati cittadini di rango inferiore”. “Questa persecuzione, più feroce di quella subita dai cristiani nell’epoca apostolica – conclude il cardinale Scola - deve provocare e scuotere tutti noi che crediamo troppo tiepidamente e siamo poco coraggiosi nell’impegnare la vita seriamente sul Vangelo. Il martirio di questi fratelli cristiani, cari giovani, dia forza e consapevolezza della vostra fede. Vivetela sul serio: ogni giorno c'è chi paga con la vita la fedeltà a Cristo”. Sulla veglia di preghiera, Antonio Elia Migliozzi ha intervistato mons. PierantonioTremolada, vescovo ausiliare di Milano:

R. - L’iniziativa nasce dal desiderio di lanciare un segnale molto preciso su due fronti. Il primo: la convinzione dell’importanza della preghiera soprattutto quando si ha a che fare con la pace, una grande necessità e allo stesso tempo un grande compito. Abbiamo, a volte, un po’ tutti l’impressione che sia molto difficile, un senso di impotenza un po’ ci prende; siamo convinti del valore della preghiera e per questo ci affidiamo alla potenza di Dio. Il secondo segnale va nella linea di un convincimento: la strada della contrapposizione, della violenza non è mai quella che conduce alla soluzione dei contrasti, non porta là dove si vorrebbe arrivare. Questo ci sembra importante comunicarlo a partire da quella che è la visione degli stessi giovani che hanno di fronte a loro il futuro.

D. - Significativo l’impegno di Papa Francesco per la costruzione della pace. Quanto sentite forte questo invito?

R. - Noi ci poniamo proprio nella scia di Papa Francesco. Ci ha molto colpito, siamo rimasti molto segnati dall’evento della preghiera che lui ha proposto e guidato. Vorremmo proprio porci nel solco che lui ha aperto, perché crediamo che questa sia la strada e ci fa davvero piacere poter dire che siamo in piena comunione ed in piena sintonia con lui.

D. - Il suo augurio per i giovani riuniti in preghiera?

R. - L’augurio è duplice: che noi riusciamo innanzitutto ad accogliere - dico noi perché anch’io mi sento una cosa sola con loro - quello che è il messaggio straordinariamente efficace e profondo del Vangelo, che si concentra - per quanto riguarda la pace - nella Beatitudine che Gesù ha proclamato. Beati gli operatori di pace ma anche beati i miti: noi crediamo che la comunione di coloro che operano per la pace alla fine offrirà il risultato giusto. Dall’altra parte l’augurio è che mentre tutto questo noi lo viviamo insieme, si possa realizzare il sogno che altri lo facciano, perché quando ci si pone in questa prospettiva crediamo che la parte migliore di ogni uomo diventa sensibile.








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