2014-08-09 14:14:00

La Chiesa ricorda Santa Teresa Benedetta della Croce, Patrona d'Europa


La Chiesa celebra il 9 agosto Santa Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, religiosa carmelitana, ebrea convertita al cattolicesimo e uccisa in quanto ebrea ad Auschwitz nel 1942. Canonizzata da Giovanni Paolo II nel 1998 è stata proclamata l’anno dopo Patrona d'Europa insieme a Santa Caterina da Siena e Santa Brigida di Svezia. Qual è il cardine della spiritualità di Edith Stein? Monia Parente lo ha chiesto alla prof.ssa Lodovica Maria Zanet, docente di filosofia presso l'Università Cattolica:

R. - Edith Stein come filosofa e fenomenologa si è sempre lasciata guidare da un’unica ma determinante domanda: chi sono io? Chi è la persona umana? Tutte le sue pubblicazioni - tra queste si può ricordare almeno l’ultima scritta, quando era già carmelitana, dal titolo “Essere finito ed essere eterno” -, ruotano intorno al desiderio, ma direi di più, al bisogno vitale di poter dare una risposta a tale interrogativo per sé e per gli altri. Edith, ormai cattolica e consacrata, scopre però che una piena risposta a questa domanda non può venire solo o tanto dall’intelligenza umana - che pure ha un valore straordinario -, ma mettendosi in ascolto di Colui che ha creato l’uomo e lo chiama alla comunione con sé: Dio. Edith Stein credo che, anche ripercorrendo in retrospettiva la sua vita, abbia sperimentato l’amore fedele di Dio che, con pazienza, l’ha accompagnata e l’ha aspettata anche quando le sue scelte apparentemente si allontanavano da ciò a cui era chiamata. Impara, con il tempo, a rispondere lei stessa in prima persona alla fedeltà di questo amore.

D. – Qual è il cardine della spiritualità di Edith Stein?

R. - Come ha ricordato Papa Giovanni Paolo II in un’intensissima omelia pronunciata in occasione della sua canonizzazione nel 1998, “ … è questo il punto cardine della spiritualità di Edith, che si può riassumere attraverso la parola “croce”. La croce è, per chi crede, quel luogo in cui sofferenza e amore si intrecciano. Parlando di Edith, il Papa diceva: “Chi ama davvero - ed è una citazione - non si arresta di fronte alla prospettiva della sofferenza; accetta la comunione nel dolore con la persona amata”. Credo che questo sia centrale in Edith Stein e che sia anche un grande messaggio che lei vuole dare a noi. Edith non ha mai rimosso la sofferenza, ma l’ha accolta e l’ha attraversata con coloro che l’amavano e che lei amava: il Signore, la comunità cristiana, la Germania e l’Europa del suo tempo e il popolo ebraico con cui riscopre una profondissima sintonia.

D. – Edith ha vissuto profondamente, fino al martirio, la storia del suo tempo …

R. - Edith è stata una carmelitana, e l’ordine carmelitano si ispira al profeta Elia, quindi ha questa attenzione profetica verso la storia. Mi pare che la vita di Edith sia estremamente significativa, perché tutte le scelte di questa donna si sono sempre mosse al passo con la storia in cui era immersa. Lei oggi, come del resto tutti i veri santi, non ci propone un messaggio magari valido in sé, ma decontestualizzato; al contrario, è capace di leggere i segni dei tempi e aiuta i contemporanei, ma l’uomo di ogni periodo storico, a decifrarli, a comprenderli, non perché Edith dica cose future, ma perché alla luce della preghiera, della Croce di Cristo, riesce a penetrare nel presente svelando qualcosa del suo senso ultimo. Penso che questo sia un grande messaggio. Credo che Edith Stein forse si commuova molto nell’essere oggi ricordata come compatrona d’Europa, perché in tal modo affianca quel San Benedetto che, appena convertita, è stato suo maestro nella vita di preghiera e liturgica quando decideva di passare ogni Settimana Santa presso una grande abbazia del tempo che era quella di Beuron.








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