2014-08-11 16:26:00

Calcio e beneficenza: in Germania, davanti a 10mila persone, il Vaticano cede 8 a 1


Il Weisweiler Elf ha battuto la Rappresentativa della Città del Vaticano 8 a 1. Si è giocato domenica 10 agosto davanti a 10mila spettatori allo stadio del Borussia-Park, a Mönchengladbach (Germania), in una partita di beneficenza a sostegno di famiglie bisognose con bambini afflitti da gravi problematiche sanitarie. Il primo tempo si è concluso sul risultato di 0 a 0 con una buona prestazione tecnica della squadra Vaticana. La rete della bandiera è stata segnata nel secondo tempo, da un giocatore proveniente della Guardia Svizzera pontificia. Il Weisweiler Elf, squadra "amatoriale" molto popolare in Germania, riunisce circa 50 giocatori in attività dagli anni '70 al 1990, dal Borussia Monchengladbach, che da sola fornisce oltre una decina di calciatori, alla Bundesliga. La squadra, porta il nome dello storico allenatore del Borussia M., Hennes Weisweiler, scomparso nel 2005. Tra i promotori dell'incontro, Rainer Bonhof, vice-Presidente del Borussia Mönchengladbach, già campione del mondo con la Germania nel 1974, e Bruno Sieg, rappresentante dell'Associazione BigShoe che, grazie alla disponibilità di molte società di calcio tedesche, raccoglie fondi per curare bambini bisognosi. Fu Benedetto XVI ad accogliere la richiesta tedesca, poi confermata e realizzata da Papa Francesco. 

"E' stata un'esperienza unica", afferma mons. Markus Heinz, della Segreteria di Stato vaticana, al seguito della squadra e tra i promotori, con mons. Guillermo Karcher, della trasferta tedesca. "Tutto è partito alcuni anni fa per un'iniziativa a favore di bambini sofferenti nei Paesi in via di sviluppo con l'Associazione BigShoe, non legata direttamente al Borussia M., ma alla quale collaborano varie società del calcio tedesco. Questo è stato anche lo scopo della partita giocata in Germania, a favore di bambini che hanno bisogno di aiuti sanitari e medicinali". "Il nostro incontro di amicizia con il calcio tedesco, prosegue mons. Heinz, si è quindi allargato ad un incontro universale. Lo sport unisce le singole persone con una dimensione universale".

"Lo sport, il calcio, considerato solo per competere e fare risultati non è tutto. C'è, infatti, il rischio di guardare allo sport solo come fatto economico. Vedo, talvolta, che si parla del 're calcio', in Germania come altrove. Lo sport diventa, così, come una religione. Se non promuove valori, conclude mons. Heinz, se non crea solidarietà e giustizia, se non unisce le persone, resta una cosa a metà".

 








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