2014-08-11 13:49:00

Santa Chiara: la preghiera come chiave per il cuore dell'uomo


In una situazione internazionale lacerata da guerre e persecuzioni, si festeggia oggi Santa Chiara d'Assisi, vergine e fondatrice delle Clarisse. È, quindi, un’occasione importante per riflettere sull’importanza della preghiera, anche alla luce delle continue sollecitazioni di Papa Francesco. Tra le molte iniziative, oggi pomeriggio - alle ore 17 - il monastero delle Clarisse di Sant’Agnese a Perugia ospiterà un incontro ecumenico ed interreligioso per la pace, con la presenza, tra gli altri, di un imam e di un ministro ortodosso. Paolo Giacosa ha chiesto a Suor Maria Chiara Cavalli, sorella del monastero perugino, una riflessione sulla memoria della loro fondatrice:

R. – Noi festeggiamo Santa Chiara nel giorno del suo transito al cielo. L’11 agosto 1253, Chiara è andata in Paradiso, accompagnata da un corteo di vergini: così ci raccontano le testimoni e le sorelle, che erano presenti alla morte. Tra queste vergini ce ne era una, che era la maggiore: Maria Santissima. Chiara ha seguito la vita di Maria: è rimasta chiusa a San Damiano per più di 40 anni, pregando, prendendosi cura delle sorelle, prendendosi cura della Chiesa, prendendosi cura di tutte le persone, che andavano a visitarla e verso le quali ha operato anche tanti miracoli.

D. – In una società lacerata da guerre e persecuzioni, come quelle in Iraq, qual è la forza che possiamo trarre dalla preghiera?

R. – La preghiera è fondamentale, come ci ha detto il Papa, se non altro per renderci conto che le forze del bene sono più grandi delle forze del male. Con la preghiera chiediamo l’aiuto del Dio dell’amore e della pace, in cui tutti siamo uno. Per i cristiani, - per noi che seguiamo Gesù, che ha vinto il male, ha vinto la morte, ha vinto ogni forma di divisione - è già rendere presente la Risurrezione. Quindi con la preghiera rendiamo già presente il Paradiso e allontaniamo le forze del male.

D. – Quanto è significativo che il Papa inviti con frequenza alla preghiera per i cristiani in difficoltà, ma anche per il proprio mandato?

R. – E’ significativo, perché nulla dipende da noi. Senza Gesù, senza la forza di Dio non possiamo fare nulla. Questo lo dice il Vangelo e di questo possiamo renderci conto ogni giorno, se siamo seri con la vita. Ricordiamo che non tutto dipende da noi. E’ importante che noi ci rendiamo strumenti del bene, ma siamo strumenti, perché è Dio che opera. Per questo è importante pregare per tutti. E’ importante che ci siano persone che dedicano la loro vita alla preghiera, completamente, anche se sembra assurdo nella nostra società, così tecnologizzata, in cui sembra che la tecnica, la scienza possano fare tutto. Se abbiamo occhi per vedere, ci rendiamo conto che gli strumenti sono importanti, ma il cuore dell’uomo è fondamentale.

D. – In occasione della festa di Santa Chiara, organizzate un incontro ecumenico per la pace. La preghiera può essere la chiave fondamentale per il dialogo interreligioso?

R. – Siamo molto contente che abbiano scelto un monastero per questo incontro ecumenico. Nel monastero, infatti, tutti siamo uno e non esiste divisione. Il monastero – io dico sempre – è la casa di tutti. Preghiamo per tutti, nessuno escluso. Ed è bello ritrovarsi a pregare insieme ad un imam, ad un ortodosso e a esponenti di altre Chiese. Pregheremo per la pace, come il Santo Padre continuamente ci chiede.

D. – Fare silenzio è il primo passo per entrare in dialogo con Dio, ma è sempre molto difficile. Ci può dare qualche consiglio?

R. – Il silenzio è una necessità. E’ sempre più difficile fare silenzio. Pare che abbiamo paura del silenzio, perché forse abbiamo paura di incontrare noi stessi. Io inviterei tutti a venire nei monasteri, luoghi di silenzio e di pace, dove poter ritrovare noi stessi e il senso delle nostre azioni, il senso della vita, il senso degli eventi che capitano. Si impara a pregare anche vedendo altri che pregano.








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