2014-08-15 16:25:00

P. Lombardi: carisma del Papa coi giovani funziona a ogni latitudine


Al termine della terza giornata della visita apostolica in Corea, l’inviato a Seoul, Davide Dionisi, ha chiesto un commento al direttore della Sala Stampa vaticana, e nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, che spiega anzitutto la scelta del Papa di recarsi in mattinata a Daejeon in treno anziché, come previsto, in elicottero:

R. – Non era dovuto ad un’emergenza e non c’è stato nessun particolare problema. Era un’alternativa che era già stata ben preparata dagli organizzatori, in caso l’uso degli elicotteri, per qualche motivo di visibilità, di turbolenza e così via, fosse non consigliabile. E questo è avvenuto anche se non c’erano, mi sembra, delle condizioni atmosferiche drammatiche. Per prudenza, però, si vede che hanno preferito quest’altra soluzione, che è stata anche interessante, curiosa. Il Papa ha osservato che era la prima volta che prendeva un treno ad alta velocità e i programmi sono stati rispettati pienamente.

D. – L’incontro con i familiari delle vittime di Sewol è un incontro che ha confermato ancora una volta il grande cuore del Santo Padre, tenuto conto che domani mattina avverrà appunto questo Battesimo in privato del papà di uno dei ragazzi scomparsi tragicamente...

R. – Sì, è stata una richiesta un po’ a sorpresa forse, ma evidentemente ben motivata, per cui è stata accettata dal Santo Padre. Quello che io trovo interessante è questo aspetto che si aggiunge nel viaggio: l’aspetto del Papa che battezza in un Paese, in cui ci sono tanti Battesimi di adulti. Si dice che ce ne siano 100 mila l’anno nella Chiesa coreana, che è una cosa molto notevole. E allora, che anche il Papa qui sia battezzatore, in questi suoi giorni di permanenza, partecipi a questo ministero, è molto bello – dice la vitalità della fede in questa regione – ed è bello che possa avvenire anche per una persona che ha vissuto una grande sofferenza, vive una grande sofferenza. Quindi, la crescita nella fede si manifesta, la risposta spirituale di cui c’è bisogno quando le persone si trovano a interrogarsi sulle questioni più fondamentali della vita e della morte.

D. – L’incontro di oggi pomeriggio con i giovani ha avuto un preludio a pranzo?

R. – Sì, sullo schema delle Giornate mondiali della gioventù si è fatto anche qui il pranzo del Papa con i giovani. Naturalmente è un fatto simbolico, perché vi possono partecipare solo pochi giovani. Ce n’erano una ventina, tutti rappresentanti di Paesi asiatici differenti, che ponevano le loro domande al Papa, che stavano gioiosamente insieme a lui per un’ora, un’ora e mezzo, e in qualche modo rappresentavano tutti i loro compagni, le loro compagne, i loro coetanei, potendo poi andare a riferire di questa eccezionale esperienza d’incontro personale da vicino, con un Papa così affabile, così cordiale, a cui potevano far firmare i loro libri, a cui potevano dare i loro piccoli doni, a cui potevano fare le domande più curiose.

D. – Poi, l’incontro di oggi pomeriggio, che ha avuto diversi fuori programma…

R. – L’incontro dei giovani di oggi pomeriggio è stato per me estremamente importante, non solo perché era un momento fondamentale di questo viaggio, ma anche perché era il primo grande incontro del Papa con i giovani fuori del mondo latino, per così dire, con lingue e culture estranee a quelle più abituali al Papa. Eppure, si è visto che l’incontro, la capacità di comunicazione, il carisma di toccare il cuore, di entusiasmare i giovani, di saper cogliere le loro attese e saperli coinvolgere con delle domande, che egli stesso a sua volte pone, con il farli pregare e così via, ha funzionato benissimo anche in Asia. Quindi, non ci sono confini geografici per il carisma di incontro tra Papa Francesco e i giovani del mondo.

D. – L’ultimo fuori programma è di poco fa: ha visitato la Sogang University, l’Università dei Gesuiti con un abbraccio ai confratelli...

D. – È abbastanza normale che i suoi confratelli, che qui in Corea hanno un opera estremamente importante e attiva nel campo dell’evangelizzazione, una università cattolica molto importante, ma anche tanti altri ministeri – i ministeri con i giovani, i ministeri sociali, i ministeri spirituali, sono un bel gruppo – desiderassero anche loro poter incontrare il loro grande confratello. Lui ha ceduto volentieri, senza condizionare o cambiare il programma previsto, ma aggiungendo questa mezz’ora di incontro molto familiare e gioioso, veramente in famiglia.

D. – Che cosa ha detto ai suoi confratelli?

R. – Ha detto le cose che dice spesso anche ai sacerdoti per incoraggiarli nel loro ministero, nell’atteggiamento che devono avere nel loro ministero di testimonianza della fede, di misericordia, di consolazione spirituale delle persone che incontrano. Lo ha detto con dei toni abbastanza caratteristici della spiritualità ignaziana, anche se sono tematiche che abbiamo spesso sentito sulle sue labbra.








All the contents on this site are copyrighted ©.