2014-08-20 13:46:00

Pakistan: il governo esorta al dialogo le opposizioni


In Pakistan possibile il dialogo tra governo e opposizioni che negli ultimi giorni hanno dato vita ad una serie di dure manifestazioni ad Islamabad, chiedendo le dimissioni immediate del premier Nawaz Sharif. L’offerta di negoziare è arrivato dai vertici pakistani. Sui motivi di questa protesta, Giancarlo La Vella ha sentito il collega Stefano Vecchia, esperto di Asia:

R. – La protesta è cresciuta ed è guidata soprattutto dai movimenti islamisti, in parte radicali, in parte moderati, contro l’immobilismo del governo. Ma anche contro la linea dura del governo verso i movimenti talebani jihadisti nelle aree tribali, in parte con il sostegno degli Stati Uniti. Diciamo che c’è una serie di concause che nascono dai problemi irrisolti di questo Paese. Teniamo presente che il Paese è piegato dalla povertà, dall’incertezza, e rappresenta una delle poche eccezioni in un’Asia che invece continua ad essere in forte crescita.

D. – C’è rischio che anche il Pakistan diventi un’area calda al pari di quanto stiamo vedendo in Iraq, in Siria e in altre zone?

R. – Il rischio è presente ed è associato anche alla relativa instabilità afghana in questo anno di transizione. L’elemento radicale musulmano è un forte elemento di coesione del malcontento. Tutto dipenderà molto dalla posizione e dagli interventi del governo. La linea dura, in questo momento, potrebbe pagare soltanto però se sostenuta dalla popolazione. E’ dunque un braccio di ferro quello in corso a Islamabad e le prospettive sono assolutamente incerte. Molto dipenderà anche da come i leader dell’opposizione, che stanno guidando la protesta, indirizzeranno i movimenti nei prossimi giorni.

D. – Quanto la comunità internazionale è preoccupata che il Pakistan diventi un Paese instabile?

R. – Nonostante l’interesse della comunità internazionale sia in questo momento puntato molto sul Medio Oriente e sull’Est europeo, chiaramente la situazione in Pakistan è tenuta sotto grande attenzione. Il Pakistan è un Paese "cerniera" tra il mondo mediorientale e il mondo asiatico. I contrasti permanenti con la vicina India ne fanno anche un Paese coinvolto potenzialmente in un conflitto di gravi dimensioni. Solo due giorni fa, sono stati interrotti i colloqui tra Nuova Delhi e Islamabad sul Kashmir, una zona contesa fin dall’indipendenza dei due Paesi, dove sono in azione da decenni movimenti armati di ispirazione islamista e che resta una miccia accesa nei rapporti non solo tra i due Paesi, poiché, una volta esplosa la situazione, coinvolgerebbe inevitabilmente anche i Paesi vicini. Tra l’altro, un conflitto riguarderebbe due potenze nucleari, quali sono appunto l’India e il Pakistan.








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