2014-08-21 15:01:00

Leader religiosi inglesi: Is sia perseguito per crimini contro umanità


Portare i jihadisti dello Stato Islamico davanti alla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità. E’ quanto chiedono i leader cristiani, musulmani ebraici, indù, sikh e zoroastriani del Regno Unito in un appello congiunto al premier David Camerun pubblicato sul quotidiano “Daily Telegraph”. Le conversioni forzate, le decapitazioni e le crocifissioni di cristiani e yazidi sono una tragedia di “proporzioni storiche”, afferma la lettera , firmata tra gli altri, per parte cattolica, da mons. Declan Lang, vescovo di Clifton.

Secondo i leader religiosi britannici questi crimini non possono rimanere impuniti: “La cultura dell’impunità in cui queste atrocità vengono commesse devono essere contrastate in modo energico”. Di qui il pressante appello al Governo Cameron ad usare le sue prerogative di membro permanente del Consiglio di Sicurezza per ottenere un’inchiesta della Corte Penale Internazionale. “La comunità internazionale deve mandare un segnale chiaro a coloro che stanno commettendo queste atrocità che a un certo punto dovranno rispondere delle loro azioni”.

Nella lettera si ricorda inoltre che quanto sta accadendo in Iraq si inserisce in un quadro più vasto di crescenti persecuzioni e restrizioni alla libertà religiosa nel mondo: “I governi, le istituzioni internazionali e le ong – si legge - devono prendere atto di questa crisi più generale e impegnare il tempo e le energie necessarie per garantire il rispetto di questo diritto fondamentale in modo da fermare ulteriori future tragedie”.

Solidarietà ai cristiani in Iraq è stata espressa anche dal presidente del Congresso Ebraico Mondiale (WJC), Ronald S. Lauder, che in un appello pubblicato sul sito del WJC - e intitolato “Who will stand up for the christians?” - ha chiesto a “tutte le persone di buona volontà di unirsi e di fermare questa ripugnate ondata di violenza”, ricordando che “il popolo ebraico conosce fin troppo bene cosa può accadere se il mondo rimane in silenzio”. (A cura di Lisa Zengarini) 








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