2014-08-23 12:27:00

Belgio: cattolici, ebrei e musulmani uniti nel difendere la libertà religiosa


“Condanniamo la violenza perpetrata in nome della fede e lanciamo un forte appello al rispetto dell’altro, indipendentemente da credo, razza, etnia o cultura”: è quanto scrivono, in una dichiarazione congiunta, mons. André-Joseph Léonard, arcivescovo di Malines-Bruxelles, il Gran Rabbino del Belgio, Albert Guigui, e Noureddine Smaili, presidente dei musulmani belgi. Il documento è stato diffuso mentre in molti Paesi mediorientali, in particolare in Iraq, in Siria ed a Gaza, si registrano continuamente violenze contro numerose minoranze religiose, a causa dell’avanzata dei miliziani dello Stato Islamico.

Di fronte a “le tante vittime innocenti, le popolazione sfollate, i luoghi di culto distrutti, le violazioni dei diritti umani – scrivono i tre rappresentanti religiosi – nessuno può restare indifferente”. Tali “atroci avvenimenti”, dunque, comportano “il dovere morale di dare prova di solidarietà con tutte le popolazioni” colpite dai conflitti, cercando di “contribuire al raggiungimento di una soluzione”. In quanto “rappresentanti di tre religioni”, prosegue la nota, “spetta a noi condannare tutte le violenze commesse in nome della religione”, poiché nessun credo mai “metterà in pericolo la stabilità, la pace e la coesione sociale”.

Al contrario, si legge ancora nella dichiarazione congiunta, “lo spirito religioso promuovere la convivenza e la tutela della vita umana sulla terra”. “Niente – quindi – può giustificare l’espulsione o lo sterminio di minoranze etniche, religiose o di altro tipo”. Rifiutando, infine, “le strumentalizzazione della fede” in nome di “una guerra civile o religiosa”, e prendendo le distanze da “discorsi politici di circostanza”, mons. Léonard, il Rabbino Guigui e il musulmano Smaili invitano alla solidarietà con le popolazioni più colpite dai conflitti. (I.P.)








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