2014-08-23 08:03:00

Iraq: Onu e Usa condannano la strage nella moschea di Imam Wais


Proseguono gli scontri in Iraq, mentre da Stati Uniti e Onu è arrivata una forte condanna dell’attacco contro una moschea nell’area di Diyala, che ha provocato una settantina di morti: l’episodio rischia di compromettere i colloqui per la formazione di un governo di unità nazionale. Intanto, gli Stati Uniti pensano ad ampliare il raggio delle loro operazioni contro il cosiddetto Stato islamico. Davide Maggiore:

Gli attacchi contro i luoghi di culto sono “inaccettabili”, “proibiti dal diritto internazionale” e “utili solo ai nemici dell’Iraq”. Così il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha condannato l’azione contro la moschea del villaggio di Imam Wais, mentre di fatti “abominevoli” ha parlato il dipartimento di Stato Usa. Intanto la strage, ancora senza responsabili accertati, ha spinto due partiti sunniti – che accusano miliziani sciiti – a ritirare i loro rappresentanti dai colloqui per la formazione di un governo di larghe intese. Proprio ieri il premier designato al-Abadi aveva lodato la “diversità nazionale e religiosa” dell’Iraq, invitando i cristiani, che ne sono “una componente essenziale”, a non fuggire. A proposito della futura organizzazione del Paese, dagli Usa il vicepresidente Biden ha promesso aiuto per un sistema federale, con ampie autonomie per sunniti, sciiti e curdi e una decentralizzazione di poteri da Baghdad. E mentre proseguono i raid contro i miliziani jihadisti, Washington pensa di estenderli anche alle loro posizioni in Siria. Ufficialmente esclusa, però, anche in questo caso, qualsiasi collaborazione col governo di Assad.








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